repubblica.it, 24 novembre 2025
Svizzera, rischio secessione. Dai sovranisti la “rivolta dell’alabarda” contro l’accordo con l’Ue
In Svizzera l’approvazione, in giugno, da parte del Consiglio Federale, ovvero del governo di Berna, dei nuovi accordi bilaterali con l’Unione Europea, sta creando un clima elettrico, con minacce di secessione, da parte di importanti esponenti dell’Unione Democratica di Centro, il partito dei sovranisti svizzeri che vanta la maggioranza relativa in Parlamento. Quest’ultimo sta esaminando il pacchetto di accordi e finirà per approvarlo, visto che in caso contrario la Svizzera finirebbe in un pericoloso isolamento, senza nessuno dei pochi vantaggi acquisiti dal Regno Unito con la Brexit.
Nel maggio del 2021 il cammino verso la ratifica di questi accordi venne interrotto da parte elvetica, che successivamente, dopo l’irrigidimento comunitario, è tornata a più miti consigli ed ha lavorato per ricucire lo strappo. L’aggressione russa all’Ucraina, che ha visto la Confederazione schierata con Kiev, ha sicuramente contribuito ad accelerare il negoziato con Bruxelles. Tuttavia, per l’Unione Democratica di Centro, partito eurofobico, l’accordo con l’Ue è “un atto di sottomissione che mina l’indipendenza del Paese”. Così ha tuonato Marcel Dettling, presidente del partito.
Per fare capire l’aria che tira, durante un congresso tenutosi in ottobre, Dettling ha trafitto, con la punta di un’alabarda, le 2000 pagine del trattato. Praticamente un gesto che rimanda alla cosiddetta svizzera “primitiva”, quella del patto federale del 1291, primo atto della nascita della Confederazione.
Di più, Ueli Maurer, ex-Presidente della Confederazione, insieme a Toni Brunner, entrambi predecessori di Dettling, hanno minacciato, in due distinti podcast, una secessione dei cantoni in cui gli accordi bilaterali venissero respinti in referendum. Maurer se n’è addirittura uscito con una proposta da lui stesso definito “affascinante”, ovvero “fondare una nuova Confederazione svizzera” sul modello di quella nata grazie al patto del 1291.
Un deputato liberale, Simon Michel, ha definito la sortita “la rivolta delle alabarde”, aggiungendo il sospetto che sia stata ispirata da Donald Trump, di cui L’Unione Democratica di Centro è un’estimatrice. I cantoni che il duo Maurer-Brunner vorrebbe portarsi via sono quelli agricoli della Svizzera Centrale ed Orientale, più il Canton Ticino a trazione leghista. C’è comunque poco da scherzare perché il 6 dicembre del 1992, quando il governo svizzero aveva già nel cassetto la domanda di adesione all’Ue, il deus ex-machina dell’Unione Democratica di Centro, Christoph Blocher, vinse il referendum contro l’ingresso della Confederazione nello Spazio Economico Europeo, spacciandolo come trampolino verso l’ingresso nell’Unione.