Il Messaggero, 23 novembre 2025
Nasce il polo editoriale Daily Mail-Telegraph
Nel Regno Unito sta per nascere un nuovo polo editoriale di impronta conservatrice. La Dmgt (Daily Mail and General Trust), proprietaria del tabloid Daily Mail, ha firmato un accordo con RedBird Imi (joint venture tra il fondo statunitense RedBird e il fondo di investimento emiratino Imi) per l’acquisizione del quotidiano Telegraph: la somma si aggira sui 500 milioni di sterline (circa 570 milioni di euro).
Se dovesse effettivamente andare in corpo, l’operazione potrebbe dar vita uno dei più grandi gruppi mediatici di destra del Regno Unito. Le parti, si legge in un comunicato diramato ieri da Dmgt, sperano di finalizzare l’accordo «rapidamente». L’acquisizione, prosegue il comunicato, «porterebbe la fiducia» di cui i dipendenti del Telegraph «hanno bisogno, garantirebbe al giornale fondato nel 1855 «una prosperità sostenibile sulla scena mondiale».
L’annuncio arriva otto giorni dopo il ritiro dell’offerta di RedBird (fondato da Gerry Cardinale, proprietario della squadra di calcio del Milan e da poco insignito della cittadinanza italiana «per meriti speciali» dal consiglio dei ministri) per il controllo del Telegraph. Di proprietà dal 2004 della ricca famiglia Barclay, lo storico quotidiano era stato messo in vendita dalla banca Lloyds a fine del 2023 per estinguere i suoi consistenti debiti.
Da allora, si sono succeduti numerosi colpi di scena. Nel novembre del 2023, la joint venture RedBird Imi aveva già raggiunto un accordo con i Barclay rimborsando il debito in cambio di un’opzione per assumere il controllo della società.
Tuttavia, la prospettiva che un fondo emiratino (controllato dallo sceicco Mansour bin Zayed Al-Nahyan, proprietario del club inglese Manchester City) controllasse una delle testate più influenti del Regno Unito aveva messo in allarme il governo conservatore britannico, allora guidato dal leader dei Tories Rishi Sunak: l’acquisizione del Telegraph e di un’altra storica testata, The Spectator (settimanale politico fondato nel 1828 finito anch’esso nel mirino della joint venture, e poi venduto nel settembre 2024 al magnate britannico sir Paul Marshall, già comproprietario di Gb News) fu così bloccata con una modifica alla normativa vigente.
La segretaria alla Cultura, i Media e lo Sport dell’attuale governo laburista guidato da Keir Starmer, Lisa Nandy, ha «preso atto» dell’annuncio e, secondo quanto riportato da un portavoce del ministero, «valuterà qualsiasi nuovo acquirente alla luce dell’interesse pubblico e della legislazione sulle fusioni tra media che coinvolgono l’influenza di Stati stranieri».