Il Messaggero, 23 novembre 2025
Firenze, stop ai monopattini «Nessuno rispetta le regole»
Il dado è tratto: dal primo aprile 2026 i monopattini in sharing spariranno dalle strade di Firenze. La decisione, presa dalla giunta guidata da Sara Funaro e formalizzata in una delibera dell’assessore alla Mobilità Andrea Giorgio, chiude definitivamente una stagione iniziata nel dicembre 2020 e prorogata due volte. Stavolta, però, non ci saranno ulteriori prolungamenti: per Palazzo Vecchio le condizioni non esistono più, complice un quadro normativo profondamente cambiato e un uso dei mezzi giudicato ormai fuori controllo.
«La sicurezza stradale è una priorità», ribadisce la sindaca Funaro. L’obbligo di casco introdotto dal nuovo Codice della Strada in vigore dal dicembre 2024 è stato il punto di svolta. «È impossibile garantire che ogni monopattino abbia un casco disponibile e che venga utilizzato. La polizia municipale non può controllare una violazione che, nei fatti, sarebbe sistematica». Con casco, targa e assicurazione obbligatori (gli ultimi due in attesa dei decreti attuativi), i gestori non sono più in grado di assicurare un servizio conforme alla legge.
Un problema noto da mesi. A ottobre, gli operatori avevano già ammesso l’impossibilità di dotare i mezzi di elmetti: «Vengono rubati tutti, continuamente», spiegava Alessandro Felici, ad di Ridemovi. «Il casco sui mezzi in sharing non lo usa nessuno: non solo a Firenze, ma in tutta Italia». E anche Bit, l’altro operatore attivo in città, raccontava un mercato in affanno: «A Firenze i noleggi sono calati molto meno rispetto ad altre città, ma il problema principale resta il rispetto delle regole».
Già nel 2021 Firenze aveva tentato di imporre il casco con un’ordinanza comunale, poi annullata dal Tar. Ora la normativa nazionale molto più stringente ribalta la situazione: non è più il Comune a chiedere obblighi aggiuntivi, è la legge che rende il servizio difficile da far funzionare. Oltre ai vincoli tecnici, c’è poi il tema dell’inciviltà diffusa: monopattini lasciati ovunque, contromano, transiti sui marciapiedi, viaggi in due. Un elenco che a Palazzo Vecchio conoscono bene. «Lo sharing a flusso libero, senza stalli fissi, rende impossibile garantire il rispetto del codice», spiega l’assessore Giorgio. «Non possiamo accettare una violazione sistematica delle norme di sicurezza». Da qui la scelta di interrompere tutto: il servizio sarà dismesso il 31 marzo 2026, lasciando agli operatori il tempo per chiudere contratti, rimuovere i mezzi e completare gli adempimenti tecnici.
Se i monopattini escono di scena, il bike sharing conosce invece un momento d’oro. Nel 2024 i noleggi hanno superato 1,5 milioni, e nei primi mesi del 2025 è arrivato un ulteriore +18%. Numeri che per il Comune confermano la centralità della mobilità dolce: «Potenzieremo il servizio e chiederemo agli operatori un rinnovo della flotta, soprattutto per le bici muscolari», annuncia Giorgio. Prevista anche una revisione tariffaria per rendere gli abbonamenti più accessibili, sul modello degli incentivi già sperimentati per gli utenti del trasporto pubblico. In più, Firenze sta valutando un ritorno su altri fronti della sharing mobility, finora marginali: auto e scooter elettrici potrebbero tornare protagonisti, con un’offerta più controllata e coerente con le nuove regole.
Nella nota ufficiale, il Comune non esclude che in futuro i monopattini possano tornare, ma solo «alla luce di un quadro normativo completamente definito e con tecnologie che garantiscano il rispetto effettivo dell’obbligo di casco». Per ora, però, la città che aveva fatto da apripista alle restrizioni nel 2021 sceglie una linea netta: stop ai monopattini, avanti con le bici. Una decisione che segna una svolta nella mobilità urbana italiana. E che, con le nuove norme nazionali alle porte, potrebbe diventare un precedente per molte altre città alle prese con gli stessi problemi di sicurezza, controlli e sostenibilità del servizio.