Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2025  novembre 23 Domenica calendario

Quella voce senza fine, tra fierezza ed orgoglio, simbolo di indipendenza

Senza fine per destino, lirica, persino nuovi sogni da inseguire. Le loro strade condivise, un amore diventato negli anni collaborazione e poi amicizia profonda, Ornella Vanoni e Gino Paoli avevano scelto di intrecciarle fino all’ultimo. In vista dei primi mesi del 2026, a 91 anni quasi 92 lei, 91 anni e un solo giorno in meno lui – erano entrambi nati nel settembre 1934 – avevano già in programma la registrazione di un nuovo duetto e la partecipazione a un grande evento dedicato alla storia della canzone, in fase di organizzazione a Genova, la città di Paoli diventata “loro”.
E invece la cantante milanese se n’è andata mentre l’ex compagno dormiva nella sua casa illuminata di mare e di sole tra Quinto e Nervi, nel levante genovese. Dove a dargli la notizia dell’addio di uno dei grandi amori della sua vita, gelata come la tramontana che ieri spazzava la costa, è stata la moglie Paola solo nella prima mattina. «Non so come dirglielo», la sua preoccupazione di venerdì sera. E così la giornata più dura è continuata «in silenzio – racconta chi gli è vicino – chiuso nel proprio dolore». Solo un cuoricino nero affidato ai familiari che gli gestiscono i social, pubblicato come didascalia sotto a una foto dei primi anni Sessanta. Lui e lei al pianoforte, giovani, complici e soprattutto insieme.
Dopo esserne stata musa, amante, collega, per Paoli del resto Vanoni è stata anche e soprattutto «una migliore amica», si dice in famiglia. Il techetechetè generalizzato di immagini, ricordi e canzoni di queste ore, immancabile con la perdita di un personaggio tanto amato, li ripropone sui palchi e nelle interviste a due, negli aneddoti in bianco e nero e nelle battute incrociate di una vita.
I racconti dell’amore nato in Ricordi e gli spezzoni del live voluto per cantare insieme i successi condivisi, Senza fine, Che cosa c’è, L’appuntamento. Il ricordo di quando Vanoni andò a trovare Paoli dopo il tentato suicidio («di notte, per non farsi fotografare ed evitare pettegolezzi») e gli auguri doppi per i 90 anni, un anno fa («Ornella sei dura come il quarzo, non hai bisogno di auguri, continua come sei»). A mancare, «tutto quello che avrebbero fatto insieme, ancora», c’è chi fa notare nella cerchia di amici in comune. Il jazzista Dado Moroni, vicino di casa di Paoli e più volte sul palco con Vanoni, parla dei due amici geniali «come una famiglia, ormai».
«Ornella è da un po’ che cercava casa a Genova» – è la rivelazione – «diceva di volersi trasferire per respirare un po’ di aria di mare e stare più vicina a Gino, nella sua famiglia era già una presenza costante».
Paola Penzo, moglie di Paoli, già nella notte di venerdì diceva: «Doveva venire a trovarci tra qualche giorno, la stavamo aspettando». In ballo il progetto di collaborazione artistica che avrebbe dovuto riportarli in sala di incisione insieme nel 2026, ancora da mettere in piedi, ma soprattutto «la solita voglia di stare insieme». Molto difficilmente il cantautore parteciperà ai funerali di domani, più per scelta che altro, si fa capire dall’entourage di Paoli. La sua Ornella l’ha salutata al telefono, alcuni giorni fa, e rimarrà nelle loro canzoni.