Libero, 23 novembre 2025
L’ex presidente del tribunale per i minorenni sulla famiglia che vive nel bosco
La premessa di Giancarlo Posteraro, già presidente del Tribunale per i minorenni di Napoli, è chiara: «Non difendo i colleghi dell’Aquila per corporativismo, ma perché ho letto le loro motivazioni e ritengo che siano ineccepibili».
Dunque, non c’è alcuna zona d’ombra in una decisione che priva tre bambini del supporto di mamma e papà?
«A mio avviso il provvedimento dei colleghi non soffre di alcun tipo di pecca, non ho intravisto nessun tipo di vulnus in quanto si tratta di un atto supportato da premesse assolutamente chiare e intellegibili. Che poi, ovviamente, hanno avuto come conseguenza la sospensione della potestà genitoriale, e dunque l’allontanamento dei figli dalla casa nel bosco in cui vivevano».
Quindi era tutto prevedibile?
«Diciamo di sì».
La politica ha tuttavia attaccato frontalmente la decisione dei giudici, sostenendo che si tratta di una scelta abnorme, sproporzionata.
«Secondo me la sospensione è una cosa assolutamente dovuta, necessaria addirittura: in quella abitazione non c’era acqua corrente, i ragazzi non avevano fatto le vaccinazioni, non andavano a scuola e quindi, come detto, c’erano tutte le premesse per sostenere che il padre e la madre non fossero adeguati al loro compito, alla loro qualifica genitoriale, almeno momentaneamente».
Ma un genitore non dovrebbe essere libero di poter valutare, in autonomia, come educare i propri figli, come farli vivere, quali valori insegnare loro? Non siamo in un contesto da Stato etico se viene negato questo?
«Guardi che non si può fare come Mowgli, quello del Libro della giungla».
E in che cosa consiste il limite tra la libertà educativa e il Libro della giungla, allora?
«Si tratta di un argomento molto delicato, perché è vero che c’è, in qualche modo, un diritto in questo senso, ma io credo che nella nostra società non possa essere ammissibile la scelta di un genitore di non mandare un figlio a scuola innanzitutto perché l’istruzione è obbligatoria, come anche le vaccinazioni sono obbligatorie per legge; quindi il genitore che si sottrae a questo tipo di imposizione, perché è proprio una imposizione di legge, io non lo definirei, diciamo, fautore di una libera scelta educativa. È proprio tutta un’altra cosa...».
E, in questo contesto, è legittimo spedire tre bambini in una casa famiglia dividendoli addirittura dalla madre che dorme in una stanza separata?
«Attenzione, sospensione della potestà genitoriale significa che poi si può sempre riattivare ove ritornino i presupposti di una buona genitorialità. Io non so adesso i colleghi di L’Aquila se disporranno dei percorsi di verifica e di potenziamento della potestà genitoriale, però è possibile in teoria un recupero a fronte del raggiungimento di certi requisiti. Quindi non è che, come dicono alcune testate giornalistiche con una semplificazione eccessiva e fuorviante, gli hanno tolto la potestà genitoriale, gliel’hanno “congelata” per le condizioni di criticità che sono state riscontrate».
Ma gli effetti sono gli stessi, alla fine. O no?
«Il discorso dei giudici è che, per il momento, bisogna sospendere la potestà, mettere i minori in luogo protetto, cioè adeguato a quelle che sono le esigenze primarie e fondamentali dei tre bambini, anche perché il minore non sceglie ciò che può fare e ciò che gli è vietato. Successivamente si potrà poi capire come contemperare il diritto alla sicurezza dei bambini con quelle che sono le rivendicazioni dei genitori».