Corriere della Sera, 23 novembre 2025
Il corteo pro Pal tra scontri e danni. Lepore: mando il conto al Viminale
«Manderò la fattura per i 100 mila euro di danni al ministro Piantedosi», dice il sindaco di Bologna, Matteo Lepore che, dopo la sfida di Eurolega tra la Virtus e il Maccabi Tel Aviv, comincia con le scuse alla città per la «guerriglia» andata in scena in pieno centro con idranti, bombe carta e scontri tra forze dell’ordine e collettivi che protestavano contro la squadra israeliana. Un match ad alto rischio per il quale il sindaco aveva chiesto lo spostamento nell’impianto più periferico della Fiera. Una soluzione bocciata dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, per cui «non ci si può fare dettare l’agenda dai violenti».
Il primo bilancio racconta di 100 mila euro di danni ai beni pubblici (cui vanno aggiunti i privati, sopratutto le auto), 15 poliziotti e 1 finanziere feriti e 15 manifestanti identificati. Il Comune se la prende con il Viminale, mentre il centrodestra attacca il primo cittadino dem additandolo come «mandante» degli scontri. Dopo le scuse ai bolognesi, il sindaco ha condannato «fermamente le violenze». Lepore ha annunciato che il risarcimento lo chiederà proprio al ministero. Perché, ha spiegato, «quelle scene di guerriglia si potevano evitare». Per il sindaco «c’è stata una gestione dell’ordine pubblico sconsiderata da parte del ministero che ha sovvertito l’orientamento del Comitato per l’ordine pubblico. Io avevo chiesto di usare la testa e non i muscoli e questo purtroppo è il risultato». Per il sindaco «l’80% delle persone che hanno preso parte agli scontri veniva da fuori città». Dunque, secondo Lepore, «Bologna si è trovata in mezzo a uno scontro muscolare, testosteronico fra un gruppo di estremisti e il ministro degli Interni e questa cosa non deve più accadere». La replica è arrivata dal sottosegretario Nicola Molteni: «È molto grave che il sindaco si avventuri in polemiche contro il ministero – ha contrattaccato —. Dice che l’80% dei teppisti è venuto da fuori Bologna. Come fa a dirlo? Ha fatto l’appello? Li conosce? E se anche fosse stato solo il 20% di Bologna, rimane il fatto che ai suoi amati centri sociali Lepore dà sostegno e sedi dimostrando da che parte sta». Piantedosi, esprimendo solidarietà agli agenti feriti, aveva detto che «ancora una volta è stato impedito a una minoranza rumorosa di professionisti della violenza di condizionare la libertà di tutti. Il nostro governo non lo consentirà mai». E nei ringraziamenti per la gestione della piazza firmati dal ministro ed ex prefetto bolognese, guarda caso, non compariva il sindaco. Sulla vicenda è intervenuto anche il vicepremier, Antonio Tajani. «Si continua a utilizzare la questione palestinese per commettere atti di violenza, per attaccare il governo – ha detto il leader di FI—. Troppi figli di papà contro i figli del popolo».
Soffia sul fuoco anche Galeazzo Bignami, capogruppo di FdI alla Camera: «Le violenze sono il frutto della propaganda incendiaria di Pd e sindaco». Per il forzista Maurizio Gasparri, Lepore «è un vero provocatore». Altro fronte aperto per il Comune rischia di diventare quello con la Questura, che prima aveva optato per lo spostamento del match salvo poi allinearsi al ministero. Nel suo resoconto la Questura ha ricordato che due delle sigle che hanno aderito alla manifestazione di venerdì sera, Tpo e Labàs, hanno sede «in locali concessi in uso dal Comune». I vertici del Pd bolognese e regionale, invece, fanno quadrato attorno al sindaco. Il senatore dem, Graziano Delrio, condanna «la violenza estremista che ha tratti eversivi ed antisemiti, nemica della democrazia e della Costituzione». Battuto il Maccabi, la Virtus lascerà il PalaDozza alla Fortitudo per tornare all’impianto in Fiera dove a dicembre è atteso l’Hapoel Tel Aviv.