il Fatto Quotidiano, 21 novembre 2025
Prezzi folli? Gli Usa indagano e convocano GM, Ford e Stellantis
Negli Stati Uniti il tema del caro-auto è diventato così urgente che il Congresso ha deciso di convocare i capi di GM, Ford e Stellantis, oltre a un dirigente di Tesla, per chiedere spiegazioni sull’impennata dei prezzi. Un fatto tutt’altro che normale: l’ultima volta era successo nel 2008, nel pieno della crisi finanziaria. Stavolta però non si parlerà di salvataggi, ma si cercherà di capire perché un’auto nuova costi ormai intorno ai 50.000 dollari e se le norme federali (soprattutto quelle ambientali) stiano contribuendo a far lievitare i listini. In sostanza: a gennaio i senatori vorranno risposte e le vorranno dai protagonisti, senza giri di parole.
In Europa e in Italia, invece, il silenzio è quasi totale. Eppure anche nel nostro Paese il problema esiste: in cinque anni il prezzo medio di un’auto nuova è passato da 21 mila a oltre 30 mila euro. Non proprio dettagli. Ma a Bruxelles sembra andare tutto bene: si continua a spingere su regolamenti, target e scadenze senza chiedersi davvero che effetto abbiano sul portafoglio delle persone. Possibile che nessuno veda che guidare è diventato un lusso? Che la famiglia media, quella che usa la macchina tutti i giorni, semplicemente non ce la fa più?
Negli Usa la politica almeno fa domande, mentre da noi la polvere si nasconde sotto al tappeto. La mobilità privata è sempre meno libera e sempre più un bene per pochi, con le strade piene di gente che si arrangia con un usato vecchio e inquinante. Perché quando chi di dovere fa finta di niente, il prezzo lo paga chi non ha alternative.