lastampa.it, 21 novembre 2025
Violenza sulle donne, è boom di vittime sotto i 24 anni. I dati Istat
L’Istat torna a indagare sulla violenza maschile contro le donne, denunciata e sommersa, con le interviste a circa 17.500 cittadine italiane tra i 16 e i 75 anni sentite al telefono tra marzo e agosto di quest’anno. L’istituto ha già condotto l’indagine nel 2006 e nel 2014: la terza edizione è ancora in corso solo nella parte dedicata alle donne straniere che «per la particolare condizione linguistica e culturale, si ritiene opportuno intervistare di persona». Il report pubblicato in occasione del prossimo 25 novembre restituisce una fotografia, ancora parziale ma dinamica di come si evolve e trasforma la percezione e la risposta alla violenza sia di natura fisica e sessuale sia psicologica ed economica.
Sono circa 6 milioni e 400mila – il 31,9% – le donne italiane dai 16 ai 75 anni di età che hanno subito almeno una violenza fisica o sessuale nel corso della vita a partire dai 16 anni di età. Il 18,8 ha subito violenze fisiche e il 23,4% violenze sessuali. Tra queste ultime, a subire stupri o tentati stupri sono il 5,7% delle donne. Nel 2025, il numero di vittime di violenza fisica o sessuale nei cinque anni precedenti l’intervista è sostanzialmente stabile rispetto allo stesso dato rilevato nel 2014: gli importanti aumenti delle violenze subite dalle giovanissime (16-24 anni) e dalle studentesse non modificano il dato medio.
Confrontando i dati del 2025 con quelli del 2014 si registra un aumento significativo delle violenze subite dalle giovanissime (donne di 16-24 anni) che passano dal 28,4% al 37,6%. L’aumento riguarda in particolare le violenze di natura sessuale, che crescono dal 17,7% al 30,8%, mentre le violenze fisiche mostrano variazioni più contenute. Andamenti simili si riscontrano anche per le studentesse. L’aumento interessa tutti i tipi di autore, ma risulta più marcato per le violenze perpetrate dagli ex partner, che passano dal 5,7% nel 2014 al 12,5% nel 2025, e per quelle commesse da uomini non partner, che salgono dal 15,3% al 28,6% nello stesso periodo.
Il quadro fornito dai risultati dell’indagine dell’Istat sottolinea una maggiore consapevolezza dei rischi da parte delle donne; si registra, infatti, una diminuzione delle esperienze di violenza subite dal partner attuale, sia di natura fisica e sessuale sia psicologica ed economica. Restano stabili invece i comportamenti di denuncia: sono il 10,5% le vittime che hanno denunciato la violenza subita da parte dei partner o ex partner negli ultimi cinque anni. Va sottolineato inoltre che le donne che avevano un partner violento al momento dell’intervista, in quasi la metà dei casi lo hanno lasciato proprio a causa delle violenze subite, mentre per un altro 26,3% la violenza è stata solo una delle motivazioni della separazione.
Resta stabile invece il sommerso dei reati. Rispetto al 2014 non aumenta la quota di chi denuncia la violenza da parte dei partner (intorno al 10% le denunce delle violenze subite negli ultimi cinque anni da parte dei partner attuali o passati, circa 58mila donne) e non aumenta la condivisione con altri delle esperienze vissute. Il 22,5% delle vittime della violenza nella coppia non ha mai parlato della violenza subita (lo ha fatto per la prima volta con l’intervistatrice stessa), percentuale che sale al 37,8% per le violenze subite da parte del partner con cui la vittima sta ancora insieme. Rispetto a dieci anni fa diminuisce la soddisfazione verso le forze dell’ordine – dal 48,7% al 38,2% – per le vittime che hanno denunciato la violenza subita dai partner.
I partner, attuali ed ex, sono responsabili della quota più elevata di tutte le forme di violenza fisica rilevate, con quote superiori al 50% (fatta eccezione per le minacce), e di alcuni tipi di violenza sessuale come lo stupro nonché i rapporti sessuali non desiderati, ma subiti per paura delle conseguenze. Il 63,8% degli stupri, infatti, è opera di partner (il 59,1% degli ex partner, il 4,7% del partner attuale), il 19,4% di un conoscente e il 10,9% di amici. Solo il 6,9% è stato opera di estranei alla vittima (Prospetto 2). I tentati stupri, oltre a quelli subiti da parte dell’ex (29,9%), sono perpetrati più da conoscenti (24,1%), amici (13,4%) ed estranei (17,2%).
I livelli di denuncia sono molto bassi soprattutto per le violenze fisiche o sessuali perpetrate dal partner attuale (circa 9.800 vittime, il 3,8% di quelle con partner attuale), mentre sono le violenze da ex partner ad essere maggiormente denunciate (circa 286mila, pari al 19,1% delle vittime di queste violenze), così come gli stupri, le forme più gravi della violenza sessuale.
La probabilità di denuncia delle violenze subite dagli ex partner è direttamente proporzionale alla durata delle violenze e raggiunge il 40% se la violenza dura da più di 10 anni. Analogamente anche per il partner attuale si conferma questo andamento, fatta eccezione per le violenze che durano da molti anni per le quali il livello di denuncia è inferiore.
L’indipendenza economica è un elemento chiave della libertà e dell’autonomia delle donne nella coppia: il 13,6% di quelle che vivono con un partner dichiara di non considerarsi economicamente indipendente. Tra queste la vulnerabilità risulta particolarmente elevata: il 24,3% non partecipa alle decisioni economiche familiari e il 42,4% riferisce di subire forme di violenza economica, a conferma del legame stretto tra dipendenza finanziaria e controllo o limitazioni esercitati dal partner.
Tra le donne che subiscono violenza economica oltre la metà non dispone di un reddito personale e vive grazie al mantenimento da parte di familiari conviventi, una condizione che accentua la dipendenza e riduce ulteriormente le possibilità di autonomia e uscita dalla violenza.