repubblica.it, 21 novembre 2025
Rai, le parole di Feltri sulle donne “bone” costano una diffida. Il Garante: dignità lesa
Il 22 maggio 2025 su Rai 3 va in onda “Donne sull’orlo di una crisi di nervi”. Piero Chiambretti, il conduttore, invita il giornalista Vittorio Feltri a commentare la dichiarazione del ministro Carlo Nordio che consiglia alle donne vittime di violenza di rifugiarsi “in chiesa o in farmacia”.
Chiede Chiambretti, rivolto a Feltri: “E se sono chiuse? Dove vanno queste donne che vengono inseguite dai maniaci e dagli stalker? Lei non potrebbe consigliare altri posti eventuali dove queste signore si possono rifugiare?”. E Vittorio Feltri: “A casa mia, se sono bone”.
Le parole di Feltri costano alla Rai una diffida. L’arbitro delle questioni televisive (il Garante AgCom) intima al servizio pubblico di “non reiterare la condotta illecita” che ha preso forma in quel momento della trasmissione di Rai 3. Una nuova violazione può portare a una sanzione fino a 250 mila euro.
Scrive il Garante che “le affermazioni del giornalista Feltri, anche se circoscritte, risultano comunque lesive dei principi posti a tutela dei diritti fondamentali della persona, e, in particolare, della dignità della donna”. Questo perché sono “connotate da stereotipi e pregiudizi che integrano una forma di discriminazione di genere”.
Aggiunge il Garante: “È anche il contesto in cui è intervenuto Vittorio Feltri a rendere le sue dichiarazioni ancor più irrispettose nei confronti del genere femminile. L’intervista è avvenuta nell’ambito di un programma trasmesso dal servizio pubblico, in cui è stato trattato, tra l’altro, il tema della violenza sulle donne”.
Il 22 maggio 2025, alle parole di Feltri sulle donne “bone”, Chiambretti dice in trasmissione: “No, no, questa non è politicamente corretta, non va bene questa qua, facciamo finta di non averla sentita. E voi – rivolto al pubblico – battete pure le mani”. Il giorno dopo il programma, il conduttore si scusa con una dichiarazione pubblica.
Nel suo provvedimento (relatrice Laura Aria), il Garante non assolve Chiambretti, al contrario. Scrive il Garante: “Il conduttore non ha affrontato in modo adeguato il tema delicato della violenza sulle donne né ha adottato le opportune cautele per impedire che l’ospite pronunciasse le espressioni offensive e discriminatorie oggetto di contestazione”.
Lo si evince – aggiunge il Garante – “dal tenore delle domande da lui provocatoriamente rivolte a Vittorio Feltri (“Dove vanno queste donne che vengono inseguite dai maniaci e dagli stalker?”).
E ancora: “Il conduttore non ha rimosso tempestivamente gli effetti negativi delle espressioni pronunciate dall’ospite Vittorio Feltri, laddove non si è adeguatamente discostato dalle affermazioni, sminuendo con toni sarcastici quanto accaduto in studio”.
L’8 settembre 2025, in una memoria difensiva, la Rai ha sostenuto che il programma di Chiambretti “rappresenta un limpido esempio di adempimento degli obblighi di rispetto della parità di genere e promozione positiva dell’immagine femminile”.
Un singolo episodio – ha insistito la Rai – non può “rappresentare violazione della normativa”. Quindi la “contestazione appare, oltre che infondata, anche ingenerosa rispetto allo sforzo editoriale costantemente profuso” dalla televisione pubblica.
E ancora: “L’affermazione (possono venire “a casa mia, se sono bone”), per quanto non felice, mirava soltanto a commentare in una forma sarcastica, secondo una modalità espressiva usualmente adottata dal giornalista, le dichiarazioni del ministro Nordio, ritenute da Feltri inidonee ad assicurare un riparo alle donne vittime di violenza”.
Le argomentazioni difensive del servizio pubblico tv, alla fine non hanno convinto il Garante AgCom che ha deciso per la diffida.
Nella sua istruttoria, il Garante ha valutato le segnalazioni sul caso Feltri – tra le altre – del Coordinamento dei Centri anti-violenza dell’Emilia-Romagna e dell’Associazione Casa delle donne Lucha y Siesta.