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 2025  novembre 21 Venerdì calendario

Medicina, sui social le foto dei quiz. Il ministero: puniremo i responsabili

La presidente della Conferenza dei rettori Laura Ramaciotti aveva appena fatto in tempo a dire che tutto si era svolto regolarmente e che gli atenei avevano dato prova di «grande efficienza» nella gestione del primo appello d’esame del nuovo semestre filtro di Medicina, che sui social hanno cominciato a girare foto delle domande scattate durante la prova. E a quel punto è partita una vera e propria tempesta di messaggi su tutti i gruppi Facebook, WhatsApp e Telegram di Medicina. Con voci – incontrollate – di ogni tipo. Chi giurava che a Palermo, prima dell’inizio dell’esame, fosse squillato un telefono ma nessuno avesse preso provvedimenti. Chi raccontava di aver avvistato un candidato munito di smartwatch, chi addirittura una radiolina nascosta dentro la sciarpa. Ma al di là dei sussurri e delle grida incontrollate, le foto dimostrano che dev’esserci stata più di una falla nei sistemi di controllo, visto che introdurre in aula dei telefonini era severamente vietato. E che chi lo ha fatto, evidentemente, se ne è servito per cercare le risposte in Rete. Salvo poi «tradirsi» per il puro gusto della bravata social.
È stato lo stesso ministero dell’Università a riconoscere implicitamente il problema con una nota diramata in serata. «Il Mur – è scritto – trasmetterà, per il tramite della Crui, a tutti gli atenei le immagini in circolazione affinché possano essere individuati i responsabili e ripristinato il pieno rispetto delle procedure previste, incluso l’annullamento della prova». Un comunicato che, però, ha finito per aggiungere confusione a confusione, visto che in molti avevano capito che il ministero stesse valutando l’ipotesi di annullare l’esame per tutti. Richiesti di un chiarimento, dal ministero hanno spiegato che a rischiare sono solo gli autori degli scatti. Facile risalire ai colpevoli visto che nelle foto si vedono anche i loro codici identificativi.
Lo ha spiegato poco dopo la stessa Ramaciotti diramando un nuovo comunicato in cui promette «totale intransigenza verso chi diffonde e pubblica online le immagini degli esami». «Sono certa che tutti gli atenei adotteranno la massima fermezza nell’individuazione dei responsabili», ha aggiunto, sottolineando che in alcuni casi gli atenei sono già «tempestivamente intervenuti annullando i compiti». In altri, però, evidentemente non è stato così. E questo pone più di un problema, perché le foto dimostrano senza ombra di dubbio che si poteva copiare e, anzi, autorizzano a pensare che i copioni possano essere stati molti di più dei pochi «esibizionisti» che si sono traditi postando le foto in Rete.
Difficile dire, ora, cosa succederà. Di certo non basteranno pochi provvedimenti esemplari a spegnere le polemiche. E c’è da giurare che gli studi legali specializzati nei ricorsi al Tar si stiano già fregando le mani in vista di più che probabili, e lucrose, cause collettive. Fra gli studenti, del resto, già prima della prova, serpeggiava un diffuso scontento. L’Udu, il sindacato degli universitari, aveva manifestato fin dalla mattinata sia davanti al ministero che in diverse università lanciando lo slogan: «Il semestre filtro nuoce gravemente alla salute».
La riforma Bernini non ha eliminato il numero chiuso, ha solo spostato il test di accesso un po’ più avanti, incaricando le università di preparare gli aspiranti medici ai quiz. Le lezioni di Chimica, Fisica e Biologia sono iniziate il primo settembre e hanno avuto nella maggior parte dei casi una modalità mista: in presenza per chi trovava posto in aula, a distanza per tutti gli altri, visto che non c’erano posto per tutti. Chi abita fuori città spesso si è autoescluso. Quest’anno i posti disponibili nelle università statali sono circa 19 mila per 54 mila iscritti. Ne passa poco più di uno su tre: impensabile trasferirsi senza avere la certezza di poter proseguire gli studi. E così in molti hanno finito per ricorrere di nuovo ai costosi «allenatori» privati che il semestre filtro si proponeva di mettere fuori gioco. Con relativo esborso: in media 460 euro a testa, secondo un sondaggio di Skuola.net.