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 2025  novembre 21 Venerdì calendario

Vertice sulla manovra, restano i nodi. Ipotesi cedolare secca a quota 21%

Una vigilia complicata e poi nulla di fatto. A precedere il vertice di maggioranza tenuto a Palazzo Chigi sulla manovra è stato, del resto, un susseguirsi di segnali e dichiarazioni tra le forze di governo che evidenziano le difficoltà nell’individuare sia le risorse necessarie sia un’intesa di massima per stabilire gli aggiustamenti alla legge di Bilancio. Una nota al termine della riunione definisce l’incontro «proficuo e costruttivo», ma, complice l’imminente voto elettorale nelle regioni, non è stata trovata l’intesa sui temi che evidenziano le distanze maggiori nella coalizione di governo. Resta tutto da decidere su «affitti brevi, estensione dell’iper ammortamento, regime fiscale sui dividendi, ampliamento esenzione dell’Isee sulla prima casa, e sulle misure per favorire l’emersione dell’oro da investimenti».
Un pacchetto di interventi che per entità politica e costo finanziario ha indotto la premier Giorgia Meloni, i vicepremier Tajani e Matteo Salvini, il leader di Noi moderati Maurizio Lupi e il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, a rivedersi alla fine della prossima settimana per «una riunione conclusiva». Nel frattempo, il governo proseguirà «l’attività di approfondimento». La Lega, per esempio, non intende cedere sulle nuove assunzioni tra forze dell’ordine e militari per garantire più sicurezza nelle città, ribadisce che vuole un ulteriore aumento (lo 0,5% in più) dell’Irap alle banche (ma solo ai grandi istituti), mentre sul tema casa punta a riportare al 21% la cedolare sugli affitti brevi per chi ha fino a tre immobili. Questo spiega perché l’analisi dei prossimi giorni si concentrerà sugli interventi che potrebbero garantire le risorse per ridurre l’età pensionabile, estendere la rottamazione, tagliare il canone Rai a 70 euro, alleggerire la cedolare secca o aumentare la detassazione sui rinnovi contrattuali. Ogni proposta dovrà superare il vaglio della Ragioneria generale. Un sentiero stretto che non sfugge ai leader presenti a Palazzo Chigi, ai quali Giorgetti da settimane ripete che senza risorse certificate nessuna correzione verrà ammessa. Tanto che in serata una nota del Mef precisa:«Prive di fondamento le indiscrezioni sulle eventuali modifiche alla manovra».
Le proposte per recuperare soldi appaiono tutte da verificare. Il balzello del 12,5% sulla rivalutazione dell’oro dei privati, un’ulteriore tassazione di banche e assicurazioni (a cui sono stati già chiesti 11 miliardi in un triennio), così come l’idea di utilizzare l’oro di Bankitalia o di vendere le quote del Mes rischiano di evaporare come neve al sole già nei prossimi giorni. Le altre soluzioni per trovare «copertura», indicate negli emendamenti segnalati, passano per la tassa sui pacchi in arrivo da Paesi extra Ue, un’imposta da 500 euro sui pagamenti in contanti tra 5 mila e 10 mila euro e, infine, un controverso condono edilizio. Quest’ultimo ha già registrato i dubbi di Salvini, che sebbene ne sia stato in passato un fautore, punta ora su un Piano Casa a cui destinare 877 milioni fino al 2030. E a fare discutere sono le proposte del senatore Lotito (FI) per ridurre le multe per mancato o ritardato pagamento dei contributi per i lavoratori e per cancellare il divieto alla pubblicità indiretta di scommesse o gioco d’azzardo.
A precedere il vertice di ieri è stato un Consiglio dei ministri che, tra le altre misure, ha confermato fino al 2036 l’esenzione Iva per il terzo settore. «La proroga delle norme sull’Iva è un risultato positivo e concreto, una soluzione che garantisce stabilità al Terzo settore», ha detto il sottosegretario Alfredo Mantovano.