repubblica.it, 20 novembre 2025
Audio di Sangiuliano e Corsini, la procura di Roma chiede l’archiviazione per giornalisti Report
La vicenda dell’audio tra l’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e la moglie Federica Corsini fa ancora discutere, ma per la Procura di Roma i giornalisti di Report non hanno commesso reati. I pm Giuseppe Cascini e Giulia Guccione chiedono l’archiviazione perché Ranucci e Bertazzoni non potevano sapere che la conversazione fosse stata registrata in una residenza privata, la casa della coppia in provincia di Rieti.
Una posizione che contrasta con quella del Garante della Privacy, che ha inflitto al programma una multa da 150 mila euro, poi travolta dalle polemiche sul consigliere Agostino Ghiglia. Il giorno prima del voto sulla sanzione, Ghiglia era stato ripreso mentre entrava nella sede di Fratelli d’Italia. Lui si è difeso parlando di un incontro editoriale con Italo Bocchino e di un fugace scambio di saluti con Arianna Meloni.
Il caso nasce il 9 agosto 2024. Sangiuliano, mentre è in casa con la moglie, fa ascoltare a Maria Rosaria Boccia ciò che i due si stanno dicendo. È il momento in cui ammette la relazione con Boccia, che nega tutto. Secondo la ricostruzione presentata dalla Rai nella difesa davanti al Garante, Corsini avrebbe chiesto al marito di togliere ogni incarico a Boccia, minacciando di rivolgersi direttamente al capo di gabinetto.
Per quella registrazione Boccia è accusata di interferenze illecite nella vita privata: secondo i pm avrebbe costretto l’allora ministro a lasciare aperta la telefonata sotto minaccia di recarsi da loro. La diffusione dell’audio aveva portato all’iscrizione anche dei due cronisti, ma la Procura ritiene ora che mancasse l’elemento fondamentale della consapevolezza del contesto privato.
L’archiviazione arriva dopo che l’Ordine dei giornalisti del Lazio aveva già chiuso il procedimento disciplinare in aprile. La diffusione, aveva stabilito il Consiglio, non violava il Testo unico perché l’interesse pubblico prevaleva.
Se il giudice confermerà la richiesta dei pm, la posizione dei giornalisti si chiuderà del tutto. A restare in piedi sarà soltanto la sanzione del Garante, unico residuo di una vicenda che ha incrociato privacy, politica e informazione.