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 2025  novembre 18 Martedì calendario

Figli ‘rubati’ da un genitore: in Italia 362 casi. Le battaglie tra ex coniugi di paesi diversi. Storia di Alice: lasciò andare il figlio dal padre negli Usa, non lo vede da 4 anni

Lui, albanese, lavorava nella provincia di Siena. Lei era tornata in Romania e aveva portato con sé il figlio. Nonostante diverse sentenze a favore del padre, nessuna è stata mai rispettata. E ancora: il 35enne che ha fatto perdere le sue tracce e quelle del figlio a Tenerife o la donna che ha trattenuto il figlio minorenne in Brasile nonostante la Cassazione avesse disposto l’affidamento al padre, che vive a Trieste. A inizio anno, la storia simbolo: il piccolo Ethan, sottratto con l’inganno alla madre Claudia Ciampa, da Eric Oward Nichols, suo ex compagno statunitense, durante una vacanza in Puglia. La scomparsa del bimbo di soli sei mesi fu denunciata dalla madre ad agosto 2024. Il neonato era stato ritrovato dalla polizia mesi dopo. Nel solo primo semestre del 2025, i minori sottratti a uno dei due genitori e portati all’estero sono 362: 75 nuovi casi, 278 ereditati dagli anni precedenti. I casi attivi (quelli in cui le autorità italiane chiedono aiuto ad autorità estere) sono 40 su 75 dei più recenti, 180 su 278 di quelli pendenti. Nell’intero 2024, erano stati segnalati 204 casi, ne erano stati trattati 546 totali.
Gran parte dei casi del 2025 riguardano la Germania (11), Uk (7), la Spagna (7) e il Brasile (5). Sul totale dei pendenti, 33 riguardano la Romania, 21 il Regno Unito, 19 la Germania, 16 la Francia e 15 la Spagna.
Il ministero sottolinea che molti di questi casi non si risolvono rapidamente: spesso restano “aperti” per più anni, perché dipendono dall’esito dei procedimenti civili o penali nei paesi stranieri. “Il fenomeno è grave e si sta ampliando anche perché aumentano le coppie miste – spiega l’avvocato Gian Ettore Gassani, presidente dell’Associazione Matrimonialisti Italiani –. Purtroppo non tutti i paesi hanno sottoscritto e ratificato la Convenzione dell’Aja del 25 ottobre 1980” che consente di accelerare i tempi per il rientro dei minori sottratti, perché mette in comunicazione le autorità preposte alla gestione del caso nei rispettivi Paesi, avviando una istruttoria. “Mi sono occupato di tanti casi – prosegue l’avvocato – recentemente l’Italia si fa più rispettare. Tuttavia in alcuni Paesi, in Sud America ad esempio, ci sono grosse difficoltà, è difficile proprio anche parlare con un giudice. O ci sono realtà complicate, come in alcuni Paesi musulmani, dove le leggi, la religione e la cultura tendono a favorire l’affidamento al padre”. È il Tribunale per i minorenni (o equivalente) del Paese ricevente che apre il procedimento e valuta gli elementi in gioco, dalla residenza abituale del bambino alle eccezioni per poi decidere se ordinare il ritorno immediato o meno. Il tempismo è fondamentale: se passa troppo tempo, il bambino si radica nel nuovo ambiente e il ritorno rischia di non essere più “immediato” o nel suo interesse. Intanto, si cerca di trovare una soluzione: “È allo studio l’ipotesi di equiparare la sottrazione al sequestro di persona – spiega Gassani – aiuterebbe ad accelerare le procedure, anche internazionali”.