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 2025  novembre 18 Martedì calendario

Le gambe da un metro e mezzo che cambiarono la nostra tv

Un doppio miracolo, apparso in sincrono nella tv austera italiana degli anni Sessanta. Sono state questo le gemelle Alice ed Ellen Kessler.
Era, precisamente, il 1961 quando queste due sorelle identiche ma non identiche cambiarono per sempre il piccolo schermo e allo stesso tempo il costume, spazzando via la polvere e la morale di quegli anni a colpi di passi di danza e lustrini. La loro partecipazione a Giardino d’inverno, trasmissione diretta da Antonello Falqui, segnò l’inizio di una nuova epoca non solo per la tv, ma per lo spettacolo in generale.
Femministe da sempre
Femministe quando ancora non si sapeva bene cosa significasse esserlo, avevano scelto di ballare per un motivo: essere indipendenti. Unite dal destino e da quella strenua convinzione che mai la loro esistenza sarebbe dipesa dalle volontà o – ancora peggio – dalle possibilità di un uomo.
E quella, in effetti, era l’immagine che le due sorelle trasmettevano ai milioni di spettatori che, ipnotizzati da loro, iniziavano a imparare a memoria brani diventati poi intramontabili come «Pollo e champagne», «Concertino» fino al loro classico, quel «Da-da-un-pa» musicato da Bruno Canfora, che era anche la sigla di Studio Uno ma che presto diventò una sorta di inno nazionale: non solo lo cantavano tutti, ma era un gioco anche tentare di abbozzare qualche sequenza del balletto.
I loro stacchetti, speculari, armoniosi, coreografati da Don Lurio, erano gli antenati dei videoclip, un tutt’uno con la musica. Ecco perché le Kessler, di fatto, avevano rappresentato da subito una assoluta, dirompente, novità. Bionde, alte, spiritose e fresche. Ma, anche, libere, sexy e provocanti: la Rai corse immediatamente a velare le lunghe gambe «da un metro e mezzo», come recitava uno slogan dell’epoca, delle due sorelle con delle rassicuranti calze nere cento denari, ma il miracolo tedesco – come vennero presto soprannominate le Kessler dalla stampa del periodo – si era ormai compiuto.
La consacrazione
Gli anni Sessanta sono stati quelli dell’amore, ricambiato, con la televisione. Unione di talento, bellezza ma anche molta simpatia, le gemelle Kessler erano richiese ovunque, in trasmissioni come La prova del nove e Canzonissima. Nel frattempo c’era il teatro e anche la discografia. Ma la televisione era stato il detonatore del fenomeno. Alice ed Ellen Kessler danzavano, in perfetta armonia, su ogni palco, sfidando la morale ingombrante di quel periodo con rigore (applicato alle loro performance, sempre perfettamente calibrate) e leggerezza. Non solo ballando ma anche inscenando siparietti – come si chiamavano allora – con tutti i più grandi.
Alberto Sordi le chiamava «le gemelline». E anche se aveva chiesto a entrambe di sposarlo, era solito scherzare sulla loro statura, come in uno sketch diventato poi celebre di Studio Uno, dove, dopo aver ballato con loro, aveva detto che gli avevano pestato i piedi: «Mie care Kessler, voi siete due belle stangone, io ho per voi la più grande ammirazione... ma c’avete pure una fetta così... Kessler mie, ma che calzate? Il 45?».
Icone pop
Spalle perfette per artisti molto diversi tra loro, Alice ed Ellen Kessler avevano lavorato accanto a Mina e Raffaella Carrà in Milleluci, ma anche Walter Chiari, Raimondo Vianello e Sandra Mondaini, Gino Bramieri e Johnny Dorelli. Ballavano in sincronia, parlavano in sincronia. Con Pippo Baudo avevano iniziato un vero e proprio sodalizio artistico, anche se non sbocciò mai una forte amicizia: «Non siamo mai usciti insieme, non ci siamo mai visti al di fuori del lavoro. Non sappiamo come mai, avrebbe dovuto chiedercelo lui, no?», avevano detto in tempi recenti le Kessler.
In quegli anni, gli anni Settanta, le gemelle della tv erano ovunque, ormai diventate un simbolo. Eppure, era già iniziata la loro parabola: una parabola di cui sono state autrici, tracciata da loro stesse, da sempre registe del loro destino.
La televisione italiana, che le aveva imposte, aveva finito per chiedere loro sempre lo stesso copione, ripetitivo. Ma quell’immagine che aveva dato scandalo ormai quindici anni prima, iniziava a stare loro un po’ stretta. Le partecipazioni sul piccolo schermo si erano dunque diradate, pur essendo ogni volta di grande impatto. Le Kessler erano diventate delle icone pop, prima ancora che quel tipo di cultura esistesse. Merito della loro elegante modernità che, negli anni, le aveva trasformate da ironiche showgirl a signore dello spettacolo.
Le tante ospitate
Negli anni Ottanta, sempre in Rai, avevano condotto Buonasera con... Alice ed Ellen Kessler, ma il loro contributo in televisione in quel decennio aveva finito per orientarsi alle partecipazioni speciali, alle ospitate di prestigio: a Fantastico così come a Al Paradise. In Italia nel tempo le gemelle Kessler erano diventate il simbolo del varietà classico, che avevano stravolto introducendo uno stile internazionale fino ad allora sconosciuto. Ma proprio questo stile, così definito, le aveva impresse nella memoria collettiva di quel periodo, congelandole nella figura a tratti bidimensionale dell’icona.
La scelta del congedo
Ecco perché le sorelle avevano preferito, con garbo e la solita armonia, allontanarsi dalle scene, senza traccia di rancore e nemmeno un briciolo di quella malinconia per i bei tempi che furono che spesso si intravede in chi ha vissuto un momento d’oro.
La tv per loro rappresentava semplicemente il passato. Un passato che lì doveva stare. Nel loro oggi – che è ormai ieri —, era molto meglio passare una bella serata nel ristorante italiano preferito, assieme alle amiche, tutte donne, di Gruenwald.
Alla domanda: vi manca la televisione? Rispondevano ormai con un sincero: «Per niente». Ovviamente detto come se avessero un’unica voce. Le richieste per riaverle in video non mancavano, ma le sorelle Kessler avevano deciso che il tempo per stare sotto i riflettori era finito. Ed erano scese dal palco. Insieme.