ilgiornale.it, 16 novembre 2025
Stangata contro la nave di Casarini: stop di 2 mesi per aver violato il decreto Piantedosi
Da qualche tempo, ormai da anni, le Ong dei migranti in Italia si sentono libere di disattendere le leggi governative e di decidere in totale autonomia, ma senza averne l’autorità, il da farsi una volta entrati nelle acque territoriali italiane. Si fanno forza con le sentenze dei tribunali che confermano la disapplicazione arbitraria delle norme, soprattutto del decreto Piantedosi, soprattutto per quanto concerne l’assegnazione dei porti che, già diverse sentenze del Tar, hanno dichiarato essere totale prerogativa delle autorità, anche per ragioni di sicurezza nazionale, tanto che non devono dar conto delle scelte fatte di volta in volta. Ma, puntualmente, la storia si ripete e navi delle Ong con i migranti a bordo decidono di sbarcare nel porto a loro più congeniale, piuttosto che in quello assegnato. È successo nuovamente di recente con la nave Mediterranea, di Mediterranea Saving Humans, la Ong di Luca Casarini, che invece di raggiungere Livorno ha scelto di approdare a Porto Empedocle con 90 migranti a bordo. La sanzione è arrivata comunque puntuale: due mesi di fermo e 10mila euro di multa, come ha annunciato la stessa organizzazione.
"Si tratta della seconda identica sanzione comminata per le due missioni effettuate dalla nostra nuova nave. Questa volta dopo il salvataggio di 92 persone tra donne, uomini e minori. Un provvedimento che colpisce l’attività di soccorso nonostante abbiamo agito nel pieno rispetto della Convenzione di Amburgo sul soccorso in mare, che indica chiaramente l’obbligo di assegnare un porto sicuro il più vicino possibile dopo un salvataggio”, dicono dalla Ong, che però, come detto, viene smentita dalle sentenze del Tar precedentemente emesse, che dicono il contrario. “Siamo di fronte a provvedimenti governativi che ignorano i fatti, prove ed evidenze, diritti fondamentali delle persone. E perfino decisioni vincolanti dell’Autorità giudiziaria competente. Il Governo, attraverso il decreto legge Piantedosi, pretende di imporre che persone appena strappate alla morte restino per giorni in mare, lontane dai servizi medici essenziali e da un luogo sicuro. Una scelta che riteniamo ingiustificata, illegittima e profondamente disumana”, attacca ancora la Ong.
Ovviamente, si permettono di disattendere le leggi perché sanno di aver dalla loro i tribunali locali e Mediterranea lo dice nel suo comunicato quando dichiara che “come avvenuto per lo sbarco di agosto a Trapani, dove il Tribunale Civile ha già sospeso l’analogo provvedimento punitivo che ci era stato comminato, anche questa volta Mediterranea presenterà ricorso immediato contro il fermo e la sanzione. Ma vogliamo dirlo con chiarezza: non ci rassegneremo mai a un sistema che tenta di prolungare le sofferenze di chi cerca protezione, che cerca di criminalizzare e strangolare economicamente chi salva vite e, soprattutto, che cerca di trasformare in strumenti di intimidazione e mortifera ’deterrenza’ le stesse leggi dello Stato”.