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 2025  novembre 16 Domenica calendario

Fronde e cacicchi: quelli che preparano a Elly Schlein la botola delle primarie Pd

Raccontano che pochi giorni fa, emissari del centrodestra abbiano avvicinato due veterani del Pd in Senato per intavolare una trattativa sulla legge elettorale: quella dove Giorgia Meloni vuole inserire l’obbligo per le coalizioni di scrivere il nome del candidato – nel suo caso, della candidata – a Palazzo Chigi. I dem hanno subito avvertito Elly Schlein, e la segretaria è stata chiara: “Non trattate con nessuno, se vogliono aprire un tavolo deve prima chiamarmi lei, Meloni”. Episodio rivelatore, visto che l’indicazione del candidato premier porterebbe automaticamente a primarie di coalizione nel centrosinistra, partita che già agita truppe e mossieri veri o presunti nel campo tornato largo. E che preoccupa Schlein, mai come ora circondata da avversari che vogliono sbarrarle la strada per la presidenza del Consiglio. Scenario fatto di tanti volti e altrettante variabili.
Elly Schlein
Il congresso? Non è all’orizzonte. Le primarie? Meglio non farle. E allora? Magari un’assemblea, per farsi riconfermare come segretaria. Più isolata che mai, Schlein non pare avere troppe carte da giocare. Ieri e l’altro ieri è stata a Bologna, nel tentativo di portare dalla sua “il partito dei sindaci”. Peccato che Beppe Sala le abbia chiesto di aprirlo. Una mezza sconfessione in diretta. Oggi sarà in Puglia con Stefano Bonaccini e Antonio Decaro. L’ex leader della minoranza è il nuovo alleato numero uno, mentre i fedelissimi si contano sulle dita di una mano (Igor Taruffi, Marta Bonafoni, Gaspare Righi e poi Francesco Boccia). Preso atto che Romano Prodi ormai pensa ad altre leadership, in questi giorni ha provato a blindarsi con Maurizio Landini (ma anche lui si vede leader e federatore del centrosinistra) e poi Massimo D’Alema, che però sente spesso anche Conte.
Giuseppe Conte
Per tornare a Palazzo Chigi, l’ex premier punta (anche) su una rete di confidenti e consiglieri storicamente a sinistra. Da Goffredo Bettini, con cui il rapporto è costante, a vari veterani dem (ma raccontano di telefonate anche con Massimo Cacciari). Interlocutori utili a Conte anche per cementare il rapporto con maggiorenti dem come Antonio Decaro – per il disappunto di Michele Emiliano – e soprattutto Dario Franceschini, fino al legame con quel Vincenzo De Luca che l’estate scorso è corso a Roma per sbrogliare con lui la matassa Campania, incontrando solo giorni dopo anche Schlein. Volti e nomi che possono portargli benzina nella partita delle primarie (come, si vedrà). Dove la corsa anche di centristi cari a Bettini – in primis Alessandro Onorato, a cui Conte ha fatto visita in un evento romano – potrebbe togliere voti a Schlein nel primo turno delle primarie.
Dario Franceschini e Goffredo Bettini
Con quel palco condiviso con Conte a metà settembre alla Festa dell’Unità a Reggio Emilia, Dario Franceschini avrebbe definitivamente accorciato le distanze con l’ex premier – “per lui Giuseppe è un interlocutore centrale” confermano – e allungato quelle con Schlein. Di sicuro da mesi – insieme a Bettini – cerca un’alternativa alla segretaria come candidata premier, giudicata troppo leggera per la sfida. I due hanno in comune anche il rapporto con Matteo Renzi. Franceschini è una delle anime del correntone di Montepulciano, nato per commissariare la segretaria. Ma all’evento di due giorni la sindaca di Genova, Silvia Salis, non ci sarà.
Silvia Salis
Dopo un lancio degno del Festival di Cannes, l’ex vicepresidente del Coni s’è un po’ inabissata. Poco applaudita alla Leopolda, dove peraltro doveva marcare la distanza da Renzi, e meno applaudita di Gaetano Manfredi – sindaco di Napoli – all’iniziativa romana di Onorato, è la carta perfetta per togliere consensi a Schlein, a favore di Conte. Un ruolo sottodimensionato per l’ambiziosissima ex sportiva. Forse per questo ha iniziato a smarcarsi dalle diffuse pressioni, a partire da quelle dello stesso Franceschini. In questo marasma centrista, crescono aspiranti federatori, da Manfredi a Ernesto Ruffini, che ieri ha riunito in un’assemblea i suoi sostenitori. Sul Corsera Romano Prodi gli ha confermato il sostegno. Anche se il vero nome del fondatore dell’Ulivo sarebbe quello di Paolo Gentiloni.
Antonio Decaro
Chi potrebbe irrompere sulla scena è l’ex sindaco di Bari, che punta a stravincere in Puglia, anche con i voti delle sue liste civiche che potrebbero superare il Pd. Ha un rapporto ormai consolidato con Conte, che lo ha sostenuto nel no alla ricandidatura di Emiliano in Regione. Nessuno lo vede davvero interessato alla segreteria del Pd. Ma Palazzo Chigi potrebbe interessargli decisamente di più. È pronto a entrare in campo come salvatore della patria prima del 2027. O magari anche dopo, scommettendo sulle difficoltà di Schlein.