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 2025  novembre 16 Domenica calendario

Maglie, agendine e bic: i ministri spendono 3 milioni in gadget

Avvertite Miranda Priestly, il più elegante dei personaggi interpretati da Maryl Streep: il Diavolo veste ministero delle Riforme istituzionali. E scrive pure con una ricca dotazione di penne ministeriali, non prima di essersi spalmato le mani con la miglior crema fornita dalla Farnesina. È ora di capirci qualcosa: da quando si è insediato, il governo Meloni ha investito oltre 3 milioni di euro in gadget di vario tipo da distribuire a fiere ed eventi per promuovere il proprio lavoro. O il proprio brand, in pieno stile Open to Meraviglia. Questa ricca produzione riguarda gli articoli più svariati, dalle penne alle magliette fino alle borse e i cappellini.
Tralasciando l’oggettistica a uso interno e considerando solo i gadget da distribuire, nel 2025 i ministeri hanno finora investito oltre mezzo milione. Il Fatto aveva già raccontato le avventure del ministero delle Riforme di Elisabetta Casellati, che ha iniziato con le shopper e ha finito con mille t-shirt personalizzate con scritta e logo del dipartimento. Quasi 16 mila euro di gadget.

Ma un po’ tutti vogliono la propria parte. La Farnesina, per esempio, ha destinato 9 mila euro per l’acquisto di “gadget celebrativi per il 60esimo anniversario delle relazioni diplomatiche Italia-Singapore”. Altri 4 mila euro sono serviti per “50 kit vino, 500 quaderni, 100 borse di tela e 50 zaini” da distribuire a un evento, mentre per la Festa della Repubblica il ministero di Antonio Tajani ha pensato a “1.002 creme da mani” da regalare agli ospiti della cerimonia. Costo: 12 mila euro.

È il fascino dei gadget. Che colpisce pure il ministero della Cultura, che in solo affidamento ha acquistato 22 mila euro di articoli, il ministero dell’Istruzione (per “prodotti e gadget con il logo del ministero”, 67 mila euro) e persino l’austero Mef di Giancarlo Giorgetti, che si è lasciato andare a un’infornata da 64 mila euro. Penne, Magliette, borse e quant’altro. Andando al 2024 il conto per i gadget è ancora più alto, intorno al milione di euro. E qui la voce grossa la fanno in due: il ministero dell’Agricoltura di Francesco Lollobrigida, che si è dato da fare con un affidamento da 77 mila euro per promuovere il suo dicastero; e il vicepremier Matteo Salvini, 119 mila euro per prodotti brandizzati. Se si aggiungono i quasi 900 mila euro del 2023 e gli scampoli di 2022, si arriva ai 3 milioni di cui sopra nell’arco dei tre anni di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi.
Oltre ai ministeri già citati, il Viminale non fa mancare oggettistica della Polizia di Stato. Per esempio, nel 2023 ha distribuito ben 40 mila “agendine scolastiche personalizzate”, al costo di 90 mila euro.
Per chi volesse cambiare genere, c’è poi il Dipartimento Casa Italia di Palazzo Chigi, più frugale ma fantasioso. La scorsa estate, all’interno di un affidamento da 5 mila euro, ha commissionato vari articoli tra cui “shopper in cotone 140 grammi con manici lunghi e soffietto”, “portachiavi a forma di casa”, “salvadanaio in forma di casa, in plastica”, “mouse pad per sublimazione con superficie in poliestere e gomma sul fondo”. Messa tutta insieme, ce n’è per mettere su una multinazionale: dal tessile alla cancelleria. Testimonial, i ministri.