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 2025  novembre 15 Sabato calendario

Fuori di casa

Troppo ricco per ricevere un sostegno, troppo povero per pianificare il futuro. Così, il ceto medio è finito al centro della crisi demografica in Italia. Lo rilevano, con sempre maggior preoccupazione, tutti gli studi sulla denatalità degli ultimi anni. E adesso anche la politica pare aver iniziato a cogliere la portata del problema. Che non è strettamente legato al reddito, ma ha a che fare con molteplici fattori, tra i quali la difficoltà delle giovani coppie di trovare una casa e l’insicurezza delle periferie, dove la mancanza di welfare e servizi si fa sentire di più.
Da qualche tempo, a destra come a sinistra, tutti parlano di «emergenza abitativa». I sindaci, proprio ieri riuniti a Bologna per l’assemblea annuale dell’Anci, lanciano l’ultimo di numerosi appelli: «La casa è una priorità nazionale», sottolinea dal palco il presidente Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli. Manfredi chiede quindi «un piano concreto e realizzabile» e che «inizino a investirci anche soggetti istituzionali». Sul fronte del governo, la Lega lavora al cosiddetto “Piano Casa": più volte annunciato, dovrebbe partire all’inizio del 2026. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha già rassicurato sulle coperture – circa 660 milioni di euro – trovate nel Fondo per il clima e nel Fondo europeo per lo sviluppo e la coesione. Ma costruire abitazioni a prezzi calmierati per nuclei con redditi medio-bassi, oggi tagliati fuori sia dai prezzi esosi del mercato libero (affitti o mutui) sia da una casa popolare per mancanza di requisiti, richiede tanto. L’Osservatorio sui Conti pubblici italiani dell’università La Cattolica stima che per 50 mila case servirebbero almeno 12,5 miliardi di euro: quasi quanto il costo del Ponte sullo Stretto. Un rapporto del Centro studi di Unimpresa, su dati della Corte dei conti, calcola che in Italia ci sono almeno 319.329 famiglie in attesa di un alloggio popolare (per Ance, circa 650 mila).
Non tutte le spinte dei partiti, poi, vanno nella stessa direzione. Fratelli d’Italia, ad esempio, vuole velocizzare le procedure di sfratto nei confronti di chi non dovesse riuscire a pagare due mensilità di affitto consecutive. Ulteriore incognita per chi è alle prese con un reddito disponibile risicato.
Nel frattempo, i prezzi dei canoni continuano la corsa. Complice la destinazione ai più remunerativi affitti brevi turistici, agli studenti fuori sede e a chi si trasferisce per lavoro. Stando ai dati ufficiali dell’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle entrate, nel secondo trimestre 2025 l’incremento del canone annuo è stato pari al 5,3%. Scendono i contratti di lungo termine (di più, nei Comuni cosiddetti “ad alta tensione abitativa” ovvero con minore disponibilità di alloggi), crescono i transitori e gli agevolati per universitari. «Abbiamo 16 mila immobili di diritto residenziale pubblico da poter recuperare e uffici convertibili a uso abitativo» spiega Fabrizio Segalerba, neopresidente della Federazione italiana agenti immobiliari professionali. «E ci sono circa cinque milioni di “seconde case” vuote: bisogna creare le condizioni per convincere i proprietari ad affittarle».
Ecco, ma quanto pesa la disponibilità di una casa sul calo delle nascite? Non poco. Basti pensare che, in media, il canone di affitto fa sfumare fino un quarto del budget familiare. Ma nelle grandi città, gli affitti schizzano alle stelle: canone e utenze mangiano metà del reddito. Senza contare gli altri servizi, a partire dalle rette degli asili nido. Ecco, dunque, che giovani coppie prive di impiego stabile e retribuzione adeguata rinviano la decisione di un figlio, pur desiderandolo. L’ultima indagine sulla natalità dell’Istat certifica che «persistono le difficolta? tanto ad avere il primo figlio quanto a passare dal primo al secondo». Alla base, insieme ai tempi di studio e alla precarietà del lavoro, lo scarso accesso al mercato delle abitazioni. Fattori che, sempre secondo l’istituto nazionale di statistica, posticipano l’uscita dal nucleo di origine (in Italia l’età è quattro anni più alta della media europea di 26 anni) e, dunque, anche il momento di diventare genitori. Così, sempre più spesso le giovani coppie sono costrette a spostarsi nelle periferie. E, di conseguenza, i prezzi diventano salati anche nelle zone satellitari. E qui, incontrano anche problemi legati alla scarsa sicurezza percepita. La destra, su questo fronte, offre spesso risposte dure, come dimostra l’ultimo pacchetto di misure presentato dalla Lega, ma anche nel centrosinistra inizia a sollevarsi qualche voce. Sono soprattutto i riformisti all’interno del Pd, a chiedere che la sicurezza non sia un tema lasciato completamente nelle mani degli avversari. «La sicurezza è un valore fondamentale», dice anche Matteo Renzi, «a sinistra è una parola che fa paura, ma è un valore che dobbiamo recuperare».