corriere.it, 16 novembre 2025
L’ultima (folle) idea di Musk: costellazione di satelliti per schermare le radiazioni solari e gestire l’emergenza climatica
L’utilizzo di una costellazione di satelliti, alimentati dall’energia solare catturata durante l’orbita, per regolare il clima terrestre (e contenerne i cambiamenti). È la proposta di Elon Musk per contribuire alla gestione del cambiamento climatico. L’idea prevede che i satelliti, dotati di intelligenza artificiale, modulino la quantità di radiazioni solari che raggiungono la Terra, un po’ come uno schermo a metratura variabile, riducendo così l’effetto del riscaldamento globale.
A questa si aggiunge in realtà un’altra idea, cara al miliardario di origine sudafricana, di reindirizzare energia solare in quelle aree della Terra in cui si rivelasse necessario incrementare le temperature per le esigenze di micro-climi locali.
Infuoca il dibattito negli Stati Uniti su come sconfiggere l’emergenza climatica. Al momento stiamo perdendo su tutta la linea, considerando che solo il 35% degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile è sulla buona strada e il 2024 è stato il primo anno in cui è stata superata la soglia di 1,5°C prevista dall’accordo di Parigi. Negli ultimi 25 anni, nonostante il progresso scientifico nelle tecnologie rinnovabili abbia subito una notevole accelerazione, la domanda globale di elettricità è quasi raddoppiata. Un recente studio redatto da James Hansen, direttore del programma sulla Scienza del clima alla Climate School della Columbia University di New York, presenta un’ipotesi in particolare che sarebbe nefasta: la riduzione delle emissioni di anidride solforosa (non di CO2) nelle centrali a carbone nell’ultimo paio di anni ha sì limitato il particolato inquinante nell’aria, ma può aver provocato un ulteriore, rapido riscaldamento. L’aerosol da biossido di zolfo avrebbe fra i suoi effetti quello di schermare parte dei raggi del sole (ne abbiamo scritto qui).
Sta dunque prendendo sempre più piede quella viene definita «geoingegneria solare». Una tecnica che punta a schermare la penetrazione di una piccola parte dei raggi del sole verso la terra collocando dei grandi specchi in orbita, dunque anche dei satelliti, o più verosimilmente spargendo aerosol a base di biossido di zolfo. Viene chiamata «Solar Radiation Modification» (ne abbiamo scritto qui). È un’idea cara al mondo Maga, di stretta osservanza trumpiana. Che non nega il cambiamento climatico, ma ritiene impossibile sconfiggerlo visto il nostro attuale modello di sviluppo. Per questo sarebbe necessario puntare su tecnologie alternative per reindirizzarlo in maniera adeguata.
Spiega David Keith dell’Università di Chicago, forse il maggiore esperto al mondo sul tema, che «queste tecniche prevedono di riflettere lontano dalla Terra una piccola quantità di luce del sole per compensare l’effetto riscaldante dei gas-serra», ha scritto di recente qui Federico Fubini sulla sua newsletter. La modalità primaria sarebbe quella di mandare in sospensione a circa venti chilometri dal suolo piccole gocce acide solforose che fungano da rifrangente. Una start up americana, «Make Sunsets», vende crediti di emissioni di carbonio da compensare in teoria proprio tramite questa tecnologia. L’argomento è che potrebbe aiutare il mondo a guadagnare tempo e ridurre le emissioni.
Elon Musk si allinea a questo filone, ma sposta il piano della discussione sull’idea di sfruttare l’energia solare come fonte principale per la sostenibilità del Pianeta. A questa visione contribuirebbero le missioni del veicolo Starship di SpaceX, essenziale per lanciare satelliti solari su scala massiccia. In un post su X del 9 novembre, Musk sostiene che «Starship, il razzo riutilizzabile in fase avanzata di sviluppo, è progettato per trasportare carichi pesanti in orbita, inclusi fino a 100 satelliti per lancio, secondo stime basate su dimensioni e capacità».
Musk ha indicato che potrebbe consegnare 100 gigawatt di potenza orbitale all’anno entro 4-5 anni, scalando potenzialmente a 100 terawatt con il supporto di una Base lunare in cui poter produrre localmente satelliti. Oggi SpaceX è l’unica azienda al mondo a produrre razzi riutilizzabili che nel 2025 hanno mandato in orbita il 90% di tutte le spedizioni spaziali. Fantascenario o realtà? Al futuro, la sentenza.