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 2025  novembre 16 Domenica calendario

L’effetto-Mamdani arriva a Parigi: la corsa di Chikirouin lotta contro i ricchi

Invocando una «Nuova Parigi Popolare» la 46enne deputata Sophia Chikirou si lancia nella corsa per succedere a Anne Hidalgo come sindaca della capitale francese. Si vota nel marzo 2026, e Chikirou cercherà di cavalcare l’onda che ha portato il socialista Zohran Mamdani a conquistare New York.
Chikirou è una delle esponenti più in vista della France insoumise, il partito di Jean-Luc Mélenchon che su scala nazionale contende ai socialisti la guida della sinistra. Per riuscirci, serve a Parigi un buon risultato della «Mamdani francese».
Il candidato sindaco socialista Emmanuel Gregoire ha chiesto alla gauche di ispirarsi allo slancio di Mamdani «per aprire la strada a una vittoria della sinistra nel 2026 contro le destre estreme e reazionarie», ma Sophia Chikirou gli ha risposto immediatamente rivendicando per lei quel ruolo e criticando i socialisti, trattati ormai apertamente come nemici: «Se sostenete Zohran Mamdani a New York, dovete sostenere La France insoumise a Parigi. Zohran ha vinto per le sue posizioni: combattere i ricchi, la speculazione, rendere gratuiti i trasporti pubblici, sostenere la Palestina, dare voce ai lavoratori contro la gentrificazione. È l’opposto di ciò che voi fate da anni. Chi vuole questo programma a Parigi, voti per La France insoumise», cioè per Chikirou.
L’esponente della sinistra radicale ha curato le campagne presidenziali di Jean-Luc Mélenchon, in particolare quella del 2017 che fece scalpore: a lei si deve l’idea degli ologrammi, che moltiplicarono la presenza di Mélenchon in comizi contemporanei ai quattro angoli della Francia, e anche l’abilità di usare i social media dando al maturo leader (oggi 74enne) una nuova visibilità presso i giovani.
La candidata sindaca è considerata il braccio destro di Mélenchon, e avrebbe un ruolo centrale anche nella sua vita privata e sentimentale. Mélenchon si è sempre rifiutato di confermarlo o smentirlo, in particolare dopo che venne notata la presenza di Chikirou nel suo appartamento in occasione di una perquisizione per l’indagine sui conti di campagna, nell’ottobre 2018. Di fronte a una giornalista, Mélenchon rispose con la consueta verve: ««La ringrazio per la qualità delle sue domande. La mia vita privata non la riguarda, signora, altrimenti parleremo della sua».
Il personaggio pubblico di Chikirou è controverso: viene accusata di condividere con il capo stile autoritario e gestione brutale del partito, e di recente ha difeso il regime cinese sostenendo che non è una dittatura e che «la libertà di espressione in Cina è minacciata tanto quanto quella che abbiamo in Francia». Promette di investire nella scuola, ma dovrà anche difendersi nell’inchiesta sui conti della campagna presidenziale del 2017 di Mélenchon perché sospettata di avere gonfiato le fatture della sua società di consulenza. La direzione del partito denuncia «un’operazione politico-giudiziaria senza fine che ha come bersaglio l’entourage di Jean-Luc Mélenchon», assicurando a Sophia Chikirou «sostegno amichevole e totale fiducia».
Con questo profilo poco consensuale, l’impresa di conquistare Parigi non sembra facile. Ma un altro obiettivo, questo sì raggiungibile, potrebbe essere impedire la vittoria della sinistra moderata nella capitale. Un modo per indebolire i rivali della France insoumise nell’elezione che conta di più, quella presidenziale del 2027, e che potrebbe risolversi in un ballottaggio Le Pen (o Bardella) contro Mélenchon.