Corriere della Sera, 16 novembre 2025
Gli emendamenti dalle banche all’oro. Se ne salverà soltanto uno su dieci
Il copione è rodato. La pioggia di emendamenti alla Manovra si scontra con due ostacoli granitici: l’esigenza di approvare la legge di Bilancio prima del 15 dicembre in Senato e entro il 31 dicembre alla Camera, oltre che mantenere i saldi del provvedimento invariati. La quarta Finanziaria del governo Meloni vale 18,7 miliardi di euro e non deve costare più di quanto preventivato, altrimenti come ripetuto più volte dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, «occorre individuare le coperture». Ragione per cui sono davvero pochi gli interventi di modifica destinati a sopravvivere (se ne salveranno meno del 10%) rispetto ai 5.742 emendamenti presentati finora, il record spetta al M5S con 1.700 proposte.
La prima grande scrematura coincide con il termine del 18 novembre, quando prenderà avvio l’esame del provvedimento, stabilendo quali sono i 414 emendamenti «segnalati», cioè quelli prioritari e più identitari dal punto di vista politico. La maggioranza ha diritto a 238 proposte, mentre le restanti 176 sono riservate alle opposizioni. In questo quadro i prossimi giorni saranno decisivi per stabilire su quali misure tenere il punto. Forza Italia attraverso il vicepremier Antonio Tajani ha già anticipato, per esempio, che la priorità «numero uno è la difesa della casa, quindi no a nuove tasse sulle case e sugli affitti brevi». Possibile, dunque, che l’aumento della cedolare al 26% applicata agli affitti brevi della prima casa sia eliminata, ripristinando l’aliquota del 21%. Nella relazione tecnica della Manovra è indicato che la misura garantisce circa 100 milioni di euro di gettito, un valore rimpiazzabile con limature di spesa o piccoli interventi di aggiustamento.
Più complicato appare mettere mano alla nuova norma che introduce un giro di vite sul regime fiscale dei dividendi. Il gettito atteso è circa un miliardo (difficile perciò trovare coperture alternative), ma la novità risponde anche all’esigenza di rispettare una sentenza della Corte di Giustizia Ue. Come rimedio Forza Italia ha proposto la rivalutazione volontaria dell’oro da investimento, una soluzione che dovrà superare il vaglio della Ragioneria generale dello Stato. Tra Lega e Forza Italia c’è intesa per cercare di modificare la stretta alle compensazioni tra i crediti fiscali e i debiti previdenziali, rendendo inutilizzabili alcuni crediti (tra cui quelli 110% legati ai bonus edilizi). Il partito di Matteo Salvini punta ad allargare la rottamazione e insiste per aumentare la tassazione su banche e assicurazioni, con aumento di 4 punti (anziché di 2) dell’Irap che andrebbe a finanziare misure a favore delle forze dell’ordine. Ad accomunare Fratelli d’Italia e Forza Italia è la proposta di un sostegno all’editoria, con nuove risorse al Fondo unico e per il credito d’imposta alle imprese del settore.