repubblica.it, 15 novembre 2025
La crisi della pizza nel Regno Unito, c’è troppa offerta: ora i ristoranti puntano sul pollo
C’è troppa pizza nel Regno Unito: la conseguenza è che le pizzerie puntano su altri piatti nel menù, come il pollo, oppure chiudono. È il Financial Times a segnalare il fenomeno, affermando che il mercato del simbolo gastronomico dell’Italia sembra essersi “saturato”, perlomeno in questo Paese, essenzialmente per due ragioni: un eccesso di offerta e un calo della domanda, con i consumatori orientati verso nuovi alimenti.
Per questo Domino’s, la maggiore catena di pizzerie britanniche, presente anche in America e altrove, ha inserito pollo fritto, cotolette e ali di pollo nel menù di 200 dei suoi 1400 ristoranti. Contemporaneamente, non pare un caso, la catena Pizza Hut ha annunciato la chiusura di 68 pizzerie in Inghilterra, Scozia, Galles, e un’altra catena, Papa’s John, ne ha chiuse 74 in agosto.
In sostanza, la pizza sarebbe diventata vittima del proprio successo: ha conquistato gli inglesi (e il resto del mondo) a tal punto che non può più crescere. Ormai a Londra c’è una pizzeria, o più di una, su ogni isolato, non soltanto appartenenti a grosse catene internazionali, ma pure a catene italiane o pizzerie indipendenti, molte delle quali si presentano fin dall’insegna come “autentiche pizzerie napoletane”. La qualità mediamente è alta, la genuinità del prodotto pure: lungo le rive del Tamigi, insomma, si può mangiare una Margherita o una Napoli buona come sotto il Vesuvio.
Ma la saturazione ha sviluppato nel pubblico una richiesta più variegata, in parte orientata verso cucine etniche, in parte verso un altro classico del consumo economico di massa come il pollo. Le marche più estese in Gran Bretagna in questo settore, tra cui Kentucky Fried Kitchen, Popeyes e Wingstop, riportano tutte un fatturato in crescita, mentre Domino ha registrato un calo dell’1,5 per cento negli ultimi tre mesi.
"L’alimentazione della gente sta attraversando una sia pur lieve modifica”, dice Andrew Rennie, amministratore delegato della Domino, al quotidiano della City. “A livello globale, il pollo è la proteina che cresce più in fretta. La scelta di introdurre il pollo nel nostro menù era piuttosto scontata. Nel Regno Unito odierno il pollo è già più grande della pizza”.
Per quest’ultima, tuttavia, è tutt’altro che finita, qui e a livello mondiale. Una recente statistica citata dall’ambasciata italiana a Londra rivela che i ristoranti di cucina italiana, tra i quali moltissime pizzerie, sono i più numerosi della capitale britannica, perfino più dei pub. E in una intervista che gira sui social, l’ex-premier britannico Tony Blair ricorda come, alla vigilia di un summit del G7 in cui faceva da padrone di casa, gli arrivò una telefonata di lamentele dall’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, indignato perché gli alunni di una scuola londinese, richiesti di scegliere un simbolo per ognuno dei Paesi partecipanti, avevano selezionato una pizza per l’Italia. “Ma come”, gli disse Berlusconi, “noi siamo il Paese di Dante, Leonardo, Michelangelo, di Venezia e Firenze!” Sì, ma anche il Paese della pizza.