Corriere della Sera, 15 novembre 2025
Musk. Ossessione Italia
Elon Musk che ama la storia dell’antica Roma e paragona ascesa e declino degli Stati Uniti all’impero dei Cesari. Il gran capo di Tesla e SpaceX che quando è in guerra con qualcuno (gli capita spesso, che si tratti dei conflitti con la sinistra americana, coi nemici della tecnologia o con gli altri oligarchi di big tech) veste volentieri, grazie all’intelligenza artificiale, i panni del gladiatore al Colosseo o si cala nell’armatura di un centurione romano. Ancora: Musk venuto più volte in Italia, grande estimatore di Giorgia Meloni, difensore di Matteo Salvini quando rischia il carcere per il caso Open Arms. Elon che entra a gamba tesa nei nostri affari politici chiedendo la cacciata dei giudici che bloccano il centro per gli immigrati clandestini creato dall’Italia in Albania, fino a far infuriare il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. E ora anche il Musk che dal web denuncia il rischio dell’estinzione della stirpe italica a causa del calo sempre più allarmante delle nascite.
«Fate figli!»
Elon innamorato dell’Italia, ossessionato dall’Italia, sedotto dalla politica della premier, dal suo ruolo in Europa? O, come sostengono i cinici, interessato soprattutto a venderci i servizi satellitari di Starlink per i quali era stato ipotizzato un contratto da un miliardo e mezzo di euro mai finalizzato?
Dicembre di due anni fa. Nei giardini di Castel S. Angelo a Roma, è in corso Atreju, la festa di Fratelli d’Italia. Elon Musk arriva a bordo di una Tesla bianca. Parla di tecnologia, politica, storia, ma il tema che lo appassiona di più è la demografia. «Fate figli!» esclama, spiegando, come farà, poi, in altre occasioni, che Paesi che hanno dato vita a civiltà gloriose rischiano di scomparire non a causa di guerre ma per consunzione: per un progressivo azzeramento della popolazione locale. Non sorprende, dunque, che, coi nuovi dati, Musk torni sul web con la sua cupa visione dell’«inverno demografico»: insieme alla sua avversione per la sinistra che definisce woke, questo è il tema extraindustriale che più lo ossessiona. Una crisi delle nascite che lui cerca di scongiurare mettendo al mondo un gran numero di figli (per adesso siamo a quota quattordici).
Ma è anche vero che ci sono altri Paesi, come la Corea del Sud, che hanno indici di procreazione ancora più bassi di quelli dell’Italia. Sono destinati, secondo i calcoli di Musk, a estinguersi molto prima, ma lui parla sempre del nostro Paese. È preoccupato per la sopravvivenza del popolo erede dell’amato Impero romano? Vede in questo declino demografico un pericolo per la leadership dei bianchi in America e nel resto dell’Occidente minacciato da invasioni dei popoli del Sud del mondo come da teorie della Grande sostituzione?
Con Giorgia da Donald
Di certo c’è la sua passione per l’antica Roma (Musk ha appena finanziato ricerche archeologiche con la sua fondazione) fino a rappresentarsi in panni romani. Da combattente – legionario o gladiatore – ma non solo: la visita di Giorgia Meloni a Mar-a-Lago, pochi giorni dopo l’elezione di Donald Trump, è stata effigiata da Andrea Stroppa, braccio destro di Elon per l’Italia, con un’immagine che ritrae la premier italiana, il presidente degli Stati Uniti e lo stesso Musk in abiti imperiali romani. Qualche settimana prima la Meloni aveva ricevuto a New York il Global Citizen Award dell’Atlantic Council: premio consegnato proprio da Musk che nell’occasione l’aveva definita «perfino più bella interiormente che nell’aspetto esteriore». Tanto bastò a qualcuno per immaginare una storia romantica. Altri puntarono su un Elon freddamente affarista.
La «pista economica»
Esagerazioni legate a un personaggio diventato, nel bene e nel male, leggendario. Lasciando perdere le fantasie sentimentali, anche la pista economica, sicuramente più consistente – oltre ai satelliti nel portafoglio di Musk ci sono missili, robotica, intelligenza artificiale, auto elettrica e altro ancora – va messa nella giusta dimensione: il contratto Starlink con l’Italia gli interessa ma rappresenta una quota molto piccola dei suoi affari globali. Fosse stato in cima ai suoi pensieri, probabilmente avrebbe evitato di far infuriare il capo dello Stato.
Comunque i negoziati tra gli emissari della SpaceX di Musk e il governo italiano non si sono mai interrotti. E non sono solo su Starlink. Basti pensare alla dipendenza della Ue dai vettori Usa anche per i lanci dei pochi satelliti messi in orbita in Europa. Girano intorno a un pianeta che, come ha scritto di recente Federico Fubini, è avvolto da una fittissima rete Starlink, ormai prossima a una condizione di monopolio di fatto.