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 2025  novembre 14 Venerdì calendario

Giustizia, primi effetti della riforma sulla separazione delle carriere: in sei mesi 44 magistrati hanno cambiato ruolo. E a pagare sono le Procure

Tra pochi mesi, se la riforma del governo passerà il referendum, le loro carriere saranno definitivamente separate da quelle dei colleghi giudici. Così, finché sono in tempo, sempre più pubblici ministeri stanno correndo ai ripari: negli ultimi mesi si sono moltiplicati i traslochi dei magistrati dell’accusa verso la funzione giudicante, lasciando le procure – sempre meno appetibili – ancora più scoperte di quanto già non siano. Il dato proviene da una delibera sulla mobilità tra gli uffici giudiziari approvata mercoledì dal Consiglio superiore della magistratura, che contiene una tabella con le statistiche aggiornate sui passaggi da un ruolo all’altro. Se in generale i cambi di funzione sono pochissimi e in continuo calo (in media lo 0,34% dal 2019 al 2024) nei primi sei mesi del 2025 c’è stata un’inversione di tendenza: al 27 giugno i passaggi erano già 44 (lo 0,51%), due in più di quelli avvenuti in tutto il 2024. Il dato, seppur parziale, è già il più alto dal 2017, quando nell’intero anno erano stati 49: se il trend rimanesse questo, a fine 2025 i traslochi sarebbero “addirittura” 88, un record quantomeno dal 2006 (anno della prima legge che ha limitato i passaggi di funzione).
Il motivo del boom si intuisce facilmente scorporando i dati: dei 44 “traslocati” da gennaio a giugno, ben 38 sono passati dalla funzione di pm a quella di giudice, solo sei hanno fatto il percorso inverso. Insomma, anche se dal centrodestra si continua a garantire che i magistrati inquirenti non finiranno mai sotto l’esecutivo, i diretti interessati non si fidano e preferiscono cambiare aria. A sottolinearlo è la stessa delibera del Csm (relatore il consigliere Marcello Basilico): la crescita dei passaggi, si legge, è causata dalla “minore appetibilità delle funzioni requirenti, dovuta soprattutto alla possibile approvazione della riforma costituzionale, così che aumentano i magistrati che cercano di passare a quelle giudicanti”. Una tendenza che è in corso già da anni: dal 2016 a oggi, con l’unica eccezione del 2024, i pm diventati giudici sono sempre stati più dei giudici diventati pm (in alcuni casi anche tre o quattro volte tanti).
Questa fuga, denuncia il Csm, è all’origine delle “maggiori vacanze di organico” delle procure rispetto a tribunali e corti: dei 20 uffici più scoperti d’Italia, infatti, 14 sono requirenti, di cui otto al Sud. Nella delibera quindi si manifesta una certa preoccupazione per la “composizione” delle procure: essendo “poco richiesti”, infatti, gli uffici requirenti “finiscono per essere popolati sempre più da magistrati trasferiti d’ufficio e non a domanda”, che appena possibile li abbandonano per altre sedi. I numeri, in ogni caso, confermano la dimensione risibile del fenomeno che il governo vuol cancellare con una riforma definita “epocale”: tra il 2019 e il 2024 a cambiare funzione sono state in media 30,2 toghe l’anno su 8.980, lo 0,34%. Un po’ poco per mettere mano alla Costituzione.