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 2025  novembre 14 Venerdì calendario

Del Grande e i 13 giorni in fuga tra pedalò, boschi e notti al gelo: “Si cerca chi lo ha aiutato”

L’insegna è la stessa, solo un po’ scolorita dal tempo: «Forneria Del Grande». I clienti escono col pane caldo avvolto nei sacchetti e lanciano un’occhiata al primo piano. Le persiane in legno sono chiuse. L’altra sera, da quella finestra, il figlio più famoso di Cadrezzate pensa all’ultima impossibile fuga. «Una scena da film, la strada era bloccata e piena di agenti in borghese», racconta Liana dal suo negozio di vestiti.
Che strano fuggitivo Elia Del Grande, cinquant’anni, per tutti l’autore della «strage dei fornai», gli stessi dell’insegna malconcia: madre, padre e fratello ammazzati a fucilate la notte del 7 gennaio del 1998. In piazza Garibaldi non c’è passante dai capelli bianchi che non l’abbia visto da ragazzo, non c’è studente che non ne abbia sentito parlare dai genitori. Che strano evaso – espressione impropria – uno che dal suo nascondiglio manda lettere ai giornali, chiama trasmissioni tv, scrive su Facebook. Gli ultimi dettagli lo descrivono come un Rambo del lago, che naviga le acque al buio sul pedalò, dorme nei boschi qui intorno, si rifugia in tenda. Qualcuno l’ha aiutato, secondo chi indaga. Gli ha dato riparo. E da mangiare.
E chissà se del suo destino s’è interessata una donna, Rossella Piras. La sua compagna. Lo stesso giorno del fermo, per una coincidenza, lei ha preso un taxi per l’aeroporto ed è volata nella sua Sardegna. Dieci anni fa, altra coincidenza, per entrambi divenne definitiva una condanna per evasione: lui cercò di scappare dal carcere, lei provò ad aiutarlo.
Bisogna riannodare i fili. Dopo anni dietro le sbarre, Del Grande vive in una casa lavoro di Castelfranco Emilia per una misura di sicurezza stabilita dal tribunale di Sorveglianza. Ma lo scorso 30 ottobre scappa. E per tredici giorni è un fantasma. Sceglie di tornare qui, in riva al lago di Monate, in una frazione di duemila abitanti nel Varesotto.
Domenica scorsa le telecamere comunali lo riprendono sul pedalò. Ne ha rubato uno, «come faceva quando aveva quindici anni», racconta Massimo, impiegato del Comune in pensione. «Da ragazzo faceva le biricchinate». Poi arriva il resto: il coltello piantato sulla gamba di un tassista, i guai con la droga, la strage in famiglia a trecento passi dalla forneria, in una villetta ormai venduta. Domenica le telecamere inquadrano Del Grande anche su questo parcheggio che costeggia il lago: «Conosceva bene la zona, sapeva come arrivare a casa facendo strade secondarie». Ma cosa fa per due settimane? Come si nasconde? Può aver vissuto nei boschi, in alcuni anfratti che somigliano più a zone di spaccio. Può aver chiamato vecchi conoscenti. E da un blitz di venerdì scorso in alcune abitazioni si capisce che qualcuno può avergli dato un tetto.
«Era qua, lo sapevano tutti», taglia corto l’anziano col cane. «E la compagna gli portava da mangiare», la sua sentenza. Certo è che indagano due procure, Varese e Modena, con i carabinieri delle rispettive città e il Ros. Per trovarlo vengono usate termocamere e droni; vengono setacciati canneti e comunicazioni telefoniche: il fuggitivo ha diverse sim che cambia all’occorrenza. Lo scorso 6 novembre, con le ricerche ancora in corso, su Facebook si scaglia contro le case lavoro, «recipienti per persone che non possono stare né dentro né fuori». Mercoledì sera il ritorno in casa, sopra la forneria, lo tradisce. Per gli investigatori voleva andare in Svizzera. Forse pensando già a una tappa lontana come Santo Domingo. «Ho scontato la mia pena, finirò anche la misura di sicurezza. Voglio lavorare», confida lui all’avvocata Raffaella Servidio, che ora lo segue. Del Grande ieri è stato portato in un’altra casa lavoro, stavolta ad Alba. È indagato per inosservanza delle misure di sicurezza.
Ma rischia un’indagine anche chi lo ha aiutato. «Gli approfondimenti sono in corso», taglia corto chi scava sulla vita del figlio dei panettieri. Restano le coincidenze. Mercoledì, il giorno del fermo, Rossella Piras – che aveva lasciato la Sardegna per trasferirsi con lui – passa dall’abitazione sopra il fornaio, prepara una borsa e va in aeroporto. Chi ha seguito le loro vicissitudini dice che l’amore tra loro nacque da uno scambio epistolare. Poi quel vecchio piano di fuga (fallito) del 2015 e la condanna per entrambi. Nei mesi scorsi, le foto insieme sui social da innamorati. «Ma c’è anche un’altra vecchia fiamma...», è la voce che vola di bocca in bocca, riferimento a Jessica, compagna d’un tempo.