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 2025  novembre 14 Venerdì calendario

«Alla cultura l’1% del gioco d’azzardo»

Sostenibile, di facile attuazione, «ricca». È la proposta emersa ieri durante la presentazione, a Roma, del 21° Rapporto annuale di Federculture «Impresa cultura»: ridurre l’Iva per tutto il settore cultura al 5% e, soprattutto, trasferire l’1% degli utili del gioco legale al Fondo cultura.
Iniziative immaginate per sostenere musei, teatri, biblioteche, cinema, librerie: anche se in molti settori cresce la partecipazione – tornata ai livelli pre pandemia – la spesa culturale delle famiglie perde peso. «È un sistema che si muove tra ripresa e fragilità», ha fatto notare Andrea Cancellato, presidente di Federculture.
Ecco allora i dati: nel 2024 la spesa media mensile per ricreazione, sport e cultura è stata pari a 104,96 euro a famiglia, in crescita dell’1,7% rispetto al 2019, ma in calo in termini reali di oltre il 4%. L’inflazione e l’aumento del costo della vita hanno compresso il margine per i consumi culturali, spingendo le famiglie verso scelte più selettive. Capitolo finanziamenti pubblici: nel 2026 il budget del ministero sarà il 9% in più rispetto al 2019, il che, considerando l’inflazione, equivale a un ritorno ai livelli pre-pandemici. Identikit: le famiglie del Nord e del Centro spendono in media oltre 125 euro al mese (il 4,2% del budget), mentre nel Mezzogiorno la cifra si ferma a meno di 70 euro. Cresce il comparto spettacolo in tutti i segmenti, soprattutto per quanto riguarda i concerti. Bene anche i musei statali che nel 2024 hanno accolto 60,8 milioni di visitatori, per un valore di 382 milioni di euro di introiti. Cresce anche il contributo del settore privato. L’Art Bonus, che nel 2024 ha celebrato i suoi dieci anni, ha registrato un incremento del 54,4% rispetto al 2019, trainato dalla partecipazione delle imprese.
«In questa prospettiva, la riduzione dell’Iva sul commercio di opere d’arte dal 22% al 5% rappresenta un primo passo nella giusta direzione. Ma è solo l’inizio. Estendere questa misura a tutti i prodotti e servizi della cultura significherebbe promuovere una fiscalità più equa, incentivare la domanda e rendere la partecipazione culturale accessibile a tutti. La cultura non è un lusso: è una leva strutturale di crescita economica, innovazione e coesione sociale», ha concluso Cancellato.