Il Messaggero, 14 novembre 2025
Trapianti di capelli per le donne, boom di interventi. Gli esperti: «Può funzionare solo sul 10% delle pazienti»
Abbassare la fronte, infoltire le tempie, sentirsi di nuovo a proprio agio allo specchio. Un tempo il trapianto di capelli era un intervento da uomini: oggi il trend lo guidano le donne, dalle ventenni alle cinquantenni. Su TikTok spopolano video di “hair transformation” (letteralmente trasformazione di capelli), su Instagram le influencer mostrano frange e chiome perfette. Così la pressione sociale corre veloce amplificata dagli standard di bellezza.
Non si tratta solo di vanità. Secondo l’International Society of Hair Restoration Surgery (Ishrs), tra il 2021 e il 2024 il numero di pazienti femminili è aumentato del 16,5% a livello globale. Nel Regno Unito, circa 8 milioni di donne convivono con la caduta dei capelli, un disagio spesso taciuto per imbarazzo. Le cause possono essere ormonali, legate a stress, predisposizione genetica o depressione post-partum. Ma l’intervento non è per tutte. Il costo varia tra 3.000 e 10.000 sterline, e solo il 10% delle pazienti risulta davvero idoneo, avvertono gli esperti. «Non tutte hanno i requisiti per l’intervento. Ma le donne di oggi non vogliono più nascondere il problema: vogliono risolverlo», spiega il dottor Vincenzo Gambino, specialista italiano in trapianti di capelli. «È fondamentale valutare la zona donatrice, stabilizzare la caduta e rivolgersi a un centro qualificato: altrimenti si rischia di fare più danni che benefici».
Il mercato europeo dei trapianti di capelli vale oltre 9 miliardi di dollari e continua a crescere. Francia e Spagna rafforzano l’offerta interna, ma la Turchia resta la capitale mondiale del turismo medico: oltre un milione di pazienti ogni anno viaggia per risparmiare, attratto da costi inferiori e pacchetti “all inclusive” con hotel, trasferimenti e assistenza post-operatoria. Le cliniche più strutturate offrono programmi pensati per le donne: team femminili, suite private e percorsi personalizzati di recupero. Anche l’Italia segue la tendenza. Qui il costo medio oscilla tra 4 e 6 mila euro, e la clientela femminile – ancora minoritaria – cresce di anno in anno. «Arrivano anche ragazze appena maggiorenni. Ogni mese ne visitiamo almeno una ventina di donne», racconta il dottor Gambino.
Il trapianto di capelli femminile non è solo un fenomeno estetico, ma anche culturale e sociale. Un tempo nascosto sotto acconciature o extension per imbarazzo, oggi viene raccontato apertamente online. Su YouTube e TikTok spopolano i video “before & after” (prima e dopo): donne che condividono il proprio percorso, normalizzando una procedura fino a poco tempo fa considerata un tabù e causa di giudizio. Emblematico il caso di Aria, 27 anni, raccontato dal giornale The Guardian: tata part-time e studentessa di logopedia, ha convissuto per anni con una fronte alta che cercava di mascherare con frange e fasce. Dopo due episodi di covid che hanno accelerato il diradamento, ha deciso di sottoporsi a un trapianto a Portsmouth, nel Regno Unito, spendendo quasi 9.000 sterline. «Ogni volta che uscivo, la prima cosa che pensavo era la mia fronte», ha raccontato.
Gli specialisti invitano però alla prudenza. «La caduta dei capelli femminile è diversa da quella maschile e richiede valutazioni molto precise», spiega ancora Gambino. Alcune condizioni – come l’alopecia fibrosante frontale, la perdita diffusa legata a gravidanza o menopausa, o carenze nutrizionali – possono rendere il trapianto non indicato. Eppure, spinte dal desiderio di risultati rapidi, molte donne finiscono per affidarsi a strutture non qualificate. Secondo i dati dell’Ishrs, il 59% dei chirurghi nel mondo segnala la presenza di cliniche del “mercato nero”, spesso gestite da personale privo di licenza. Nel 2024, gli interventi di correzione dopo trapianti falliti hanno già rappresentato il 10% dei casi, con un incremento del 6% rispetto al 2021. Un trend che preoccupa: mentre cresce la domanda, crescono anche i rischi e gli abusi. «Non basta un prezzo basso o una promessa sui social irrealistica», avverte Gambino. «Il trapianto non è un trattamento estetico qualsiasi».