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 2025  novembre 14 Venerdì calendario

Latina, bullismo tra i banchi. Dopo il suicidio di Paolo nuovo caso nella stessa scuola

Le notizie si rincorrono: mentre a Latina ci si interroga sulle frasi di un professore a metà strada tra le molestie e il bullismo nei confronti di un ragazzo, una nuova ombra cala sull’istituto “Pacinotti”. Nella scuola di Santi Cosma e Damiano frequentata da Paolo Mendico, il quattordicenne che a settembre si è tolto la vita, c’è un nuovo episodio di bullismo e una famiglia che ha preferito ritirare il ragazzo per scongiurare un’altra tragedia. Lo racconta proprio il padre dello studente: «Mio figlio è stato minacciato verbalmente da parte di un suo compagno di classe, il quale gli aveva scritto in una chat di classe “domani te la vedrai con me”. Il giorno dopo, costui si è presentato in classe portando con sé dei cacciavite ed un coltellino svizzero». Il ragazzino preoccupatissimo avvisa i genitori che a loro volta avvisano la scuola. «Ma non è stata intrapresa alcuna iniziativa di carattere disciplinare nei riguardi dei responsabili. Nel contempo, siamo stati sottoposti ad una sorta di interrogatorio di III grado da parte dei docenti, in particolare mio figlio, incalzato con domande a raffica da parte della coordinatrice».
«Alla fine – prosegue il racconto il genitore – ci è stato consigliato di fare intraprendere a nostro figlio, un percorso psicologico». Così adesso, «chi si è comportato male frequenta regolarmente la scuola», mentre «io e mia moglie per tutelare l’incolumità di nostro figlio, siamo stati costretti a fargli lasciare la scuola». È una vicenda che piomba su una comunità scossa e su una scuola che dopo l’ispezione disposta dal ministro Valditara è in attesa di provvedimenti nei confronti di almeno tre docenti. La nuova vicenda ovviamente ha colpito nel profondo i genitori di Paolo Mendico. «Sono esattamente le stesse cose che abbiamo denunciato noi per Paolo, ma siamo stati inascoltati», dice con amarezza il padre. Lui e sua moglie leggendo queste nuove frasi hanno rivissuto l’incubo della tragica morte del figlio che si è tolto la vita la notte prima di rientrare a scuola, terrorizzato dall’idea di trovarsi di nuovo con i bulli che lo avevano preso di mira nell’indifferenza di tutti tranne che dei suoi genitori.
Proprio quel caso ha spinto la famiglia del ragazzo preso di mira a portarlo vià dall’istituto, «pazienza per l’anno perso» e anche «pazienza per i 400 euro di libri buttati via», pur di tutelarlo e di proteggerlo.
È lo stesso ragionamento fatto anche dai genitori di uno studente di 17anni di una scuola superiore di Latina che l’altro giorno hanno denunciato un professore che ha preso di mira il loro ragazzo rivolgendogli frasi e battute pesanti: «Eh tu con questi capelli... Quest’anno devi tirare fuori il ca... il ca... il carattere». E ancora: «Ma tu sei sensibile? Quanto ti sono mancato, poco o tanto...». E infine: «Ma tu ti senti maschio o femmina?». Frasi che sembrano quelle dei bulli nella scuola di Santi Cosma e Damiano, e invece stavolta le ha pronunciate un insegnante.