ilfattoquotidiano.it, 14 novembre 2025
Lega, Vannacci organizza il contro-tour in Veneto: diserta il comizio dei leader per il candidato Alberto Stefani
All’ex generale e vicesegretario della Lega, Roberto Vannacci, non è andata giù la decisione dei vertici del partito veneto di tenerlo lontano dalla campagna elettorale in sostegno del candidato Presidente di Regione, Alberto Stefani. La notizia, riportata martedì dal Fatto, è circolata per ore nella Lega soprattutto dopo le ultime uscite di Vannacci in cui veniva riscritta la storia del Ventennio fascista provocando irritazione tra molti dirigenti. Così, il vicesegretario ha subito reagito organizzando un mini-tour in Veneto in vista delle elezioni del 23-24 novembre: martedì farà tre eventi tra Verona e Vicenza per sostenere alcuni candidati leghisti, tra cui l’indipendente Stefano Valdegamberi.
Si tratta però di un contro-tour nei confronti dei vertici della Lega veneta visto che proprio martedì pomeriggio a Padova, alle ore 18 al Gran Teatro Geox, i leader del centrodestra tra cui la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani concluderanno la campagna elettorale per Stefani. Ci sarà anche il governatore uscente Luca Zaia che salirà sul palco, ma non Vannacci: a quell’ora è previsto un comizio dell’ex generale con la candidata leghista Milena Cecchetto a Montecchio Maggiore, comune di 25 mila abitanti in provincia di Vicenza.
La mattina alle 12.30, invece, il vicesegretario sarà a Musile di Piave (Verona) per sostenere Silvia Susanna e la sera a Isola della Scala per Valdegamberi. Eventi che sono stati annunciati mercoledì scorso, 24 ore dopo la notizia del “ban” nei suoi confronti, con tanto di locandine dedicate e presentazione contro i giornalisti: “Veneto, ci vediamo la settimana prossima. Vi aspetto numerosi, Portate anche qualche giornalista del Fatto Quotidiano e di repubblica”. Non ci saranno i vertici della Lega veneta, né Stefani né Zaia.
Un contro-tour organizzato per non dare soddisfazione ai vertici locali del Carroccio che lo avevano tenuto fuori dalla campagna, soprattutto per le sue uscite sopra le righe come quelle sul Ventennio degli ultimi giorni (“tutte le leggi del fascismo furono approvate dal Parlamento e promulgate dal re”) o quella in cui ha attaccato la nuova vicepresidente della Toscana Mia Diop a cui, secondo l’ex generale, sarebbero bastate “la tessera del Pd e la pelle nera” per essere stata scelta in quel ruolo. Parole che non sono piaciute al governatore uscente Zaia secondo cui le leggi razziali sono state “schifosissime” e su cui non c’è “alcuna rivisitazione da fare”. “Zaia non ha capito”, ha risposto a tono Vannacci.
La scelta di tenere fuori l’ex generale dalla campagna veneta è stata soprattutto del candidato Stefani, di Zaia e del presidente della Camera Lorenzo Fontana, i tre dirigenti più importanti del Carroccio in regione. Il candidato leghista ha impostato tutta la campagna elettorale sui temi e lontana dalle polemiche con gli alleati e dai toni urlati tipici del generale.