La Stampa, 14 novembre 2025
Azimut a picco in Borsa. L’ultimatum di Bankitalia "Cambiare la governance"
Banca d’Italia gela Azimut e mette in freezer le ambizioni fintech del presidente Pietro Giuliani. Un’ispezione della vigilanza chiusa a giugno ha svelato «rilevanti carenze di governance e organizzative» in Azimut Capital Management Sgr che è la controllata al centro del progetto per la creazione di Tnb, l’acronimo per quella The next bank digitale focalizzata sulla consulenza patrimoniale alla quale Azimut sta lavorando con Fsi. Un progetto da 1,2 miliardi di euro di valore potenziale per il quale il closing sarebbe dovuto arrivare entro il quarto trimestre 2025. Un traguardo ormai impensabile che ha mandato in picchiata il titolo in Borsa: Azimut ha chiuso in calo del 10% dopo i rilievi di Palazzo Koch che ha dettato tempi rapidi per la pubblicazione di un piano con «un’incisiva azione di rimedio», richiesto entro il 30 novembre.
Il documento dovrà presentare il dettaglio delle mosse per «rimuovere le carenze riscontrate» e «definire un assetto di governo e di controllo compatibile con la complessità operativa dell’intermediario e del gruppo». Le correzioni dovranno essere operative entro fine aprile, ma potrebbero non bastare a Banca d’Italia per concedere il via libera alla licenza per Tnb che, tuttavia, non sarebbe stata ancora ufficialmente richiesta: «L’effettivo superamento delle criticità non è presupposto sufficiente per determinare un esito positivo dei procedimenti connessi al progetto», ha scritto la vigilanza ad Azimut. Per Giuliani, «Tnb non è in discussione: preferiremmo che ci fosse consentito ottenere in tempi ragionevoli la licenza in Italia, ma se ciò non fosse possibile esistono altri Paesi, ad esempio la Svizzera dove già operiamo», ha scritto in una nota diffusa per tamponare le vendite sul titolo che era arrivato a cedere il 16%.
Nei tre mesi di ispezione di Banca d’Italia, viene fatto sapere da fonti vicine al dossier, è emersa una governance «deficitaria, debole e poco coinvolta» nei processi decisionali e di controllo, tanto da generare «carenze nella compliance» anche in relazione agli investimenti dei clienti. Uno scenario «non esplosivo», ma che ha indotto i funzionari di via Nazionale a intervenire per scongiurare «un problema più serio». La situazione aziendale, come ha scritto Bankitalia nella nota diffusa nella notte da Azimut, è apparsa «inidonea a sostenere la partecipazione della Sgr ad operazioni rilevanti», proprio come la scissione alla base della nascita di Tnb alla quale Azimut punta a conferire una rete di oltre 900 professionisti e oltre 25,6 miliardi di masse totali. Solo dopo la presentazione del piano con i rimedi presentato dalla Sgr, Banca d’Italia e la Consob riapriranno i faldoni. I nodi su Tnb verranno sciolti, filtra in ambienti di mercato, quando Azimut avrà chiarito le azioni da intraprendere nel rispetto dei criteri di «prudenza, efficienza ed efficacia» che richiede la normativa a tutela dei piccoli e grandi investitori.
Il gruppo presieduto da Giuliani ha fatto sapere di aver «già avviato la definizione di un piano di azione volto a recepire le misure correttive e di rafforzamento richieste», in un contesto di «piena collaborazione» con Bankitalia. Il documento verrà svelato entro due settimane, ma alcuni dettagli sono emersi nel pomeriggio di ieri durante una call tra il top management di Azimut e gli analisti: sul tavolo ci sarebbe la possibilità di nominare un direttore generale per Azimut Capital e di riconsiderare il ruolo di alcuni consiglieri che sono nel board della Sgr e in quello della capogruppo. «Non chiedo al mercato rispetto, ma almeno l’utilizzo del buon senso nel pensare che il gruppo Azimut possa essere costretto a desistere dalla realizzazione di Tnb», ha ribadito Giuliani che ha voluto confermare al mercato la sua libertà nella gestione del gruppo che (a differenza della Sgr finita nel mirino dei funzionari) non è sotto la vigilanza prudenziale. «Azimut non può essere sottoposta a cambi di politiche di dividendi e buyback», ha sottolineato nella sua nota a mercati aperti. «Ritengo che quanto sta accadendo sul titolo sia irrazionale. Le attuali quotazioni di Azimut rappresentano per gli investitori un’ottima opportunità» e «per questo ho già dato disposizioni di incrementare il mio investimento in azioni per alcuni milioni di euro da qui ai prossimi giorni».