corriere.it, 14 novembre 2025
Intelligenza artificiale, Save the children: 4 adolescenti su dieci la consultano se si sentono tristi o soli
Il 41,8% dei ragazzi e delle ragazze tra i 15 e i 19 anni dice di essersi rivolto a strumenti di Intelligenza artificiale per chiedere aiuto in momenti in cui si sentiva triste, solo/a o ansioso/a. Una percentuale simile, oltre il 42%, per chiedere consigli su scelte importanti da fare (relazioni, sentimenti, scuola, lavoro). Il 92,5% degli adolescenti ascoltati utilizza strumenti di IA, contro il 46,7% degli adulti. Il 30,9% – quasi un/a ragazzo/a su tre – tutti i giorni o quasi, il 43,3% qualche volta a settimana, solo il 7,5% non la utilizza mai. Sono alcuni dei principali risultati di un sondaggio inedito sul rapporto tra adolescenti e Intelligenza artificiale rivelato nella XVI edizione dell’Atlante dell’Infanzia a rischio in Italia, dal titolo “Senza filtri”, diffuso oggi da Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro, a pochi giorni dalla Giornata Mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza.
L’indagine è stata realizzata da CSA Research su un campione nazionale per quote di giovani con età compresa tra i 15 e i 19 anni, con 800 interviste effettuate dal 25 al 28 agosto 2025, comparato con una ricerca integrativa su un campione rappresentativo della popolazione italiana dai 18 ai 74 anni, con 1359 interviste effettuate dall’8 al 23 agosto 2025.
Quello che emerge è che la vita dei nativi digitali si svolge in una dimensione «onlife», in cui non ci sono più barriere tra mondo fisico e virtuale. Il 38% dei 15-19enni afferma di guardare spesso il cellulare in presenza di amici o parenti – il fenomeno del ‘phubbing’, fusione delle parole inglesi “phone” (telefono) e “snubbing” (snobbare) – e il 27% si sente nervoso quando non lo ha con sé. Più di uno su 8 è iperconnesso, cioè risponde ad indicatori che rilevano un profilo di uso problematico di internet (13%) e il 47,1% è stato/a vittima di cyberbullismo, un dato in aumento dal 2018, quando le vittime erano il 31,1%. Il 30% ha fatto ghosting, bloccando una persona improvvisamente senza fornire spiegazioni. Il 37% dei 15-19enni trascorre tempo sui siti porno per adulti, percentuale che sale al 54,5 % nel caso dei ragazzi, rispetto al 19,1% delle ragazze.
Quanto alla dimensione off-line, un adolescente su due non ha mai visitato mostre o musei nel 2024 (oltre il 60% nel Mezzogiorno), il 21,2% non è mai andato al cinema, il 46,2% non legge libri al di là di quelli scolastici. Il 18,1% non fa nessuna attività fisica, percentuale che sale al 29,2% nel Mezzogiorno. Meno della metà (47,6%) dei giovani tra i 15 e i 24 anni ha fatto una gita o una vacanza di almeno una notte, in Italia o all’estero, rispetto all’81% dei giovani spagnoli e il 90% degli olandesi.
Sul fronte delle relazioni, gli amici restano per i ragazzi e le ragazze un punto fermo nelle acque incerte dell’adolescenza: più di 8 su dieci sono soddisfatti del loro rapporto con gli amici (il 40% soddisfatti, il 42,5% molto soddisfatti). Pochissimi, solo l’1,6% non è per nulla soddisfatto. Positiva anche la relazione con i genitori, il 78% se ne dichiara soddisfatto o molto soddisfatto (84% i ragazzi, 73% le ragazze), anche se il 31% dichiara di aver avuto gravi problemi nel rapporto con loro.
«L’Atlante fotografa le tante, diverse, adolescenze vissute in Italia da una generazione che è stata duramente segnata dall’emergenza Covid, in termini di uso problematico di internet e di rischi di isolamento, ma che oggi cerca con forza nuovi spazi di protagonismo – sottolinea Raffaela Milano, Direttrice del Polo Ricerche di Save the Children – Le disuguaglianze economiche, educative e sociali si fanno più pesanti proprio in questa fase cruciale della crescita, rischiando di compromettere il futuro. È necessario colmare questi divari e garantire a tutti gli adolescenti l’opportunità di studiare, viaggiare, fare sport, sperimentarsi, come loro stessi ci chiedono a gran voce».
Oggi in Italia i 13-19enni sono poco più di 4 milioni, il 6,86% della popolazione complessiva, pari a uno su 15, un numero piuttosto esiguo se pensiamo che gli over 65 sono uno su 4. Nel 1983 erano oltre 6 milioni e mezzo e rappresentavano l’11,6% della popolazione. Guardando al futuro la situazione è destinata a peggiorare ancora: nel 2050 la fascia degli adolescenti si restringerà a 3 milioni 760 mila nel 2030 e a meno di 3 milioni nel 2050 (2 milioni 947 mila). Dal punto di vista territoriale non si registrano divari molto ampi, anche se risultano particolarmente basse le quote di teen in Liguria, Molise e Sardegna (solo il 6,1%), mentre le più elevate sono quelle della Campania (7,6%) e della Provincia Autonoma di Bolzano (7,5%).
Cambiano anche le configurazioni delle famiglie: sempre più adolescenti sono figli unici (sono il 22% e le famiglie con adolescenti che hanno un solo figlio sono il 27,5%) e oggi quasi un adolescente su 4 vive con un solo genitore (il 4,4% delle famiglie con figli adolescenti sono composte da un padre monogenitore e il 18,5% da una madre sola). L’isolamento può costituire uno dei problemi fondamentali per le famiglie con adolescenti, perché sono un gruppo minoritario (rappresentano solo il 12,1% del totale dei nuclei, con o senza figli) particolarmente a rischio di povertà ed esclusione sociale (46% delle famiglie monogenitoriali con due o più figli adolescenti contro il 20,7% delle famiglie con due genitori e un solo figlio 11¬15enne).
Ma come stanno gli adolescenti? Meno della metà dei 15-16enni afferma di essere stato/a bene psicologicamente, (49,6%), un dato inferiore rispetto ad altri Paesi europei come Spagna (60,3%), Francia (67,6%), Germania (55,9%).
Al 9% è capitato di isolarsi volontariamente anche per brevi periodi per problemi di natura psicologica, senza andare a scuola né vedere nessuno. Il 2% degli adolescenti si è isolato per oltre sei mesi (hikikomori).
Il 31% dei ragazzi e delle ragazze ha fatto binge drinking nell’ultimo mese, il 76% ha bevuto alcolici almeno una volta in un anno; il 21% ha consumato almeno uno psicofarmaco senza prescrizione medica nella vita, il 12% nell’ultimo anno, con un ampio divario tra ragazze (16,3%) e ragazzi (7,5%). Gli accessi di 0-17enni in Pronto Soccorso categorizzati come “accessi per disturbi mentali” sono stati 64.319 nel 2023, in aumento rispetto al calo registrato durante il Covid, ma in linea con i dati pre-pandemia. Secondo diversi esperti, si tratta di dati sottostimati, dai quali emerge comunque un aumento degli accessi delle ragazze e di quelli con maggiore gravità e urgenza.
Eppure tra il 2019 e il 2023, i posti disponibili in Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (NPIA) sono rimasti poco più di 400, con ampi divari sia tra le Regioni che tra la città, e il conseguente rischio che i ragazzi siano ricoverati in strutture non appropriate o in reparti per adulti.
La scuola è una parte fondamentale nella vita delle e degli adolescenti, una ‘casa’ in cui imparano, crescono e condividono emozioni con i loro coetanei. Ma spesso è anche il luogo in cui si manifestano i primi divari, territoriali e sociali. Il tasso di dispersione implicita, che misura quanti ragazzi finiscono il ciclo di studi senza aver acquisito le competenze necessarie, alla fine delle superiori è dell’8,7% (risultando maggiore tra i ragazzi, al 10,7%, +4 punti percentuali rispetto alle ragazze), con differenze molto ampie sia tra le regioni del Paese (dal 2,3 e 2,4% di Friuli Venezia Giulia e Trentino al 17,6% della Campania e 15,9% della Sardegna), che tra i diversi indirizzi, dal 3,9% nei Licei, al 10,8% negli istituti tecnici fino al 22,8% negli istituti professionali. Gli early school leavers (18-24enni che hanno abbandonato la scuola o la formazione professionale) sono il 9,8%, in netto miglioramento dal 2020, quando erano il 14,3%, ma con percentuali ben maggiori tra i ragazzi (12,2% nel 2024, erano il 16,9% nel 2020) e molto più contenute tra le ragazze (7,1% nel 2024, erano l’11,3% nel 2020). Anche qui, le differenze regionali sono molto ampie: si va dal 15,2% della Sicilia al 4,8% del Molise.