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 2025  novembre 11 Martedì calendario

La via tedesca per la scarcerazione di Boualem Sansal: Steinmeier chiede la grazia per lo scrittore

Una possibile via d’uscita si profila dall’incubo vissuto da Boualem Sansal, incarcerato in Algeria da due anni. Il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier ha lanciato un appello lunedì all’omologo algerino Abdelmadjid Tebboune, perché conceda la grazia allo scrittore franco-algerino, condannato a cinque anni di prigione per “attentato all’unità nazionale”.
Steinmeier, che ricopre un ruolo perlopiù onorifico, ha chiesto a Tebboune “un gesto umanitario” per quest’uomo di 76 anni, malato di cancro alla prostata. Ha anche proposto che Sansal venga trasferito in Germania “per beneficiare lì di cure mediche, tenendo conto della sua età avanzata e del suo fragile stato di salute”. La presidenza algerina ha confermato la richiesta ufficiale di Steinmeier e la televisione pubblica ha ripreso la notizia nei dettagli, citando l’espressione di “gesto umanitario” utilizzata dal politico tedesco.
Questo sarebbe un segnale positivo per il destino di Sansal. Insomma, sulla base delle voci che circolano ad Algeri, sembrerebbe che il regime algerino abbia accettato la soluzione, che rappresenta a tutti gli effetti una via d’uscita a una situazione bloccata. Visti i pessimi rapporti diplomatici tra la Francia e l’Algeria, sembra impossibile che Tebboune possa accettare la scarcerazione dello scrittore sulla scia delle pressioni esercitate finora da Parigi. Il fatto che a chiederla sia la Germania, un terzo paese senza lo stesso background storico e che può vantare relazioni cordiali con Algeri (Tebboune ha già promesso una visita a Berlino a fine 2025 o inizio 2026), rende più probabile l’esito positivo della vicenda. Da sottolineare: nessun tentativo di mediazione è mai arrivato sul tema da parte dell’Italia, grosso acquirente del gas algerino e uno dei paesi più vicini dell’Unione europea a quello maghrebino.
Arrestato il 16 novembre 2024 (siamo quasi a due anni di prigione), a sorpresa e all’arrivo all’aeroporto di Algeri (in uno dei suoi numerosi andirivieni tra Francia e Algeria), Sansal è stato condannato in appello il primo luglio scorso a cinque anni di carcere, per aver dichiarato nell’ottobre 2024 al media francese di estrema destra “Frontières” che l’Algeria aveva ereditato dalla colonizzazione francese alcuni territori che fino ad allora appartenevano al Marocco. Accusato di “attentato all’unità nazionale dell’Algeria”, “oltraggio alle istituzioni” “pratiche dannose per l’economia nazionale” e “detenzione di video e pubblicazioni, che minacciano la sicurezza e la stabilità del paese”, lo scrittore si è soprattutto ritrovato al centro della crisi diplomatica tra Francia e Algeria.
Il comitato di sostegno a Sansal in Francia aveva subito denunciato che lo scrittore era rimasto vittima di una forma di rappresaglia del regime di Algeri nei confronti di Parigi. Nel luglio 2024 la Francia aveva riconosciuto il piano di autonomia per il Sahara Occidentale “sotto la sovranità del Marocco”, schierandosi dalla parte di Rabat contro Algeri a proposito del territorio conteso da mezzo secolo (gli indipendentisti sahrawi del Fronte Polisario sono sostenuti dall’Algeria).
Lunedì, sulla radio France Inter, Nicolas Lerner, direttore generale della Dgse, l’intelligence esterna, ha evocato “segnali” provenienti dall’Algeria a favore di “una ripresa del dialogo” con la Francia. Secondo Lerner, “non è nell’interesse di nessuno dei due paesi di restare in questa situazione di blocco”. Ha lanciato un appello per la liberazione dei “due nostri compatrioti” detenuti in Algeria: Sansal e Christophe Gleize (un giovane giornalista, entrato in Algeria con un visto turistico, e che era stato arrestato mentre stava realizzando un reportage su una squadra di calcio della Cabilia, una regione dove esiste un movimento indipendentista: Gleize è stato condannato a sette anni di reclusione per “apologia del terrorismo”).
Dopo mesi di relazioni completamente congelate, segnate dall’arresto totale della cooperazione sui flussi migratori, il fatto che nel nuovo governo francese il ministro degli Interni Bruno Retailleau (giudicato un rivale dal regime algerino) sia stato sostituito da Laurent Nuñez, che non è una figura politica ma un ex prefetto, ha permesso nelle ultime settimane la ripresa dei contatti fra Parigi e Algeri. Nuñez ha messo in avanti la necessità di una cooperazione nel campo della sicurezza nella lotta antijihadista nel Sahel. Il ministro potrebbe andare molto presto in visita ad Algeri.