la Repubblica, 11 novembre 2025
Agenzia del farmaco, scontro pubblico tra direttori: “Non siamo trasparenti”. “Sei inopportuno”
Quando si alza dalla sedia in prima fila sarebbe il momento delle domande dei giornalisti. «Voglio prima dire qualcosa anch’io», irrompe il direttore amministrativo di Aifa, Giovanni Pavesi. È l’inizio di un vivace e del tutto inedito scontro pubblico con gli altri vertici dell’agenzia del farmaco. La veemenza è tale che nella tarda mattinata di ieri si decide di cancellare il video della mattinata rimasto su Youtube.
L’occasione è solenne. Si presenta il rapporto Osmed sull’uso dei medicinali in Italia. Migliaia di dati sui consumi e sulla spesa. Ad illustrarli sono il direttore sanitario Pierluigi Russo e il presidente Robert Nisticò. La spesa farmaceutica in Italia è in crescita (+8% quella pubblica tra il 2023 e il 2024) e pesa gravemente sui conti delle Regioni, ma Russo e Nisticò fanno un quadro tranquillizzante. Dicono che in Italia le medicine costano meno che nel resto del mondo, che ci si impegnerà per abbattere la spesa, ma sul mercato arrivano tanti farmaci innovativi e quindi costosi («siamo tra quelli che ne approvano di più», spiega Nisticò). Insomma, anche se i costi delle medicine rischiano di “mangiarsi” i soldi del Fondo sanitario destinati ad altre attività di assistenza, la situazione non sembra preoccupante.
La lettura di Pavesi è diversa, la sua è una voce critica che si alza in un periodo, quello della manovra, nel quale i vari attori della sanità nazionale professano soddisfazione per come vanno le cose. «Sono in distonia con quanto presentato», dice Pavesi. Ad agitarsi di più («sei inopportuno») è Russo, cioè la figura più vicina in questo momento al sottosegretario-farmacista Marcello Gemmato, sempre molto attento agli interessi della sua categoria, e pure a Francesco Mennini, momentaneamente capo dipartimento di Orazio Schillaci ma storicamente consulente dell’industria farmaceutica.
Pavesi prosegue: «Il mio è un saluto veloce, perché so che il presidente spesso non gradisce i miei interventi». Poi le bordate, di fronte alla platea di giornalisti e addetti dell’industria farmaceutica: «Sono meno ottimista rispetto a quanto sentito oggi. Non penso che la spesa farmaceutica sia fuori controllo, ma sicuramente dobbiamo affinare un po’ di più gli strumenti di controllo». Nisticò prova a dire qualcosa, Pavesi lo ferma: «So che ti infastidisci, ma purtroppo siamo in un paese democratico. Tu fai tutto bene, ma secondo me ci sono altre cose che vanno fatte meglio». Probabilmente l’obiettivo di Pavesi è Russo, con il quale da tempo c’è poca sintonia. Va avanti: «C’è poca trasparenza riguardo alle negoziazioni dei prezzi dei farmaci con le aziende, e sarebbe necessaria una revisione del prontuario farmaceutico. Sono convinto che anche le Regioni non pensino che tutto vada così bene». Pavesi, che in passato ha lavorato in Veneto ed è stato il direttore generale dell’assessorato della Lombardia, conosce gli umori delle amministrazioni locali.
«E io che temevo le domande di alcuni giornalisti “cattivi”– prova a ironizzare Russo – La parte del cattivo la sta facendo il direttore amministrativo». Poi cerca di rimettere Pavesi al suo posto: «Ti consiglierei di passare alle questioni che sono di tua competenza. Abbiamo capito che sei infastidito, ma così confondi chi ci ascolta». Pavesi ribatte: «L’importante è che si sappia che non c’è un pensiero unico. Dobbiamo dare l’impressione di essere trasparenti, al di sopra dei vari attori che giustamente hanno i loro interessi».
E si attacca a queste ultime frasi, nel pomeriggio, il presidente Nisticò per provare a calmare le acque: «Come si è visto, nell’agenzia non c’è un pensiero unico, ma un confronto, anche acceso, di idee e soluzioni per dare risposte a un problema non solo italiano: garantire l’innovazione e le migliori opportunità di cura e, al contempo, la sostenibilità del servizio sanitario nazionale»
Il caso gliptine
Tra l’altro, con l’Osmed sono stati presentati i dati sull’uso delle gliptine, dei farmaci contro il diabete. Per volontà del governo, ovviamente su suggerimento di Gemmato sono state oggetto di un cambiamento. Un tempo venivano comprate dalle Asl, che poi le distribuivano alle farmacie che a loro volta le davano i pazienti. Le aziende sanitarie facevano gare per grossi volumi e quindi spuntavano prezzi buoni. Dal 2024 le gliptine vengono comprate direttamente dalle farmacie. Si era detto, lo aveva fatto anche Aifa oltre ovviamente al sottosegretario, che l’operazione non avrebbe portato a maggiori costi e anzi migliorato la distribuzione. Ieri è stato però detto che l’anno scorso per le gliptine si è speso il 35% in più con i consumi che sono leggermente scesi (un 3%). Quindi non si è trattato di un successo. Il problema, per le casse regionali, è che lo stesso percorso lo faranno in questi mesi anche altri medicinali, pure più costosi. Russo ha spiegato che il 35% in più è sul prezzo nominale ma poi ci sono stati sconti, però non ha detto quanto vale l’aumento reale rispetto a quello pubblicato su Osmed.