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 2025  novembre 11 Martedì calendario

Mimmo, il delfino che ama Venezia

Ormai a Venezia è esplosa la Mimmo mania. Il delfino che da giugno sembra essersi accasato nel Bacino di San Marco sta conquistando tutti, grandi e piccoli. Impossibile non passeggiare per Riva degli Schiavoni senza guardare verso lo specchio d’acqua, nella speranza di vederlo apparire, anche solo un istante.
Sui social girano scatti di lui che salta e che nuota. La sua pinna, il suo muso, il suo colore argentato. Mimmo vicino alle gondole. Mimmo che si tuffa nel cielo infuocato del tramonto. Mimmo che spunta davanti ai vaporetti. Tutto di lui è diventato iconico. Mimmo oggi dov’è? Nelle chat messaggini su messaggini rimbalzano più veloci di lui finendo – per fortuna – anche in quelle dei veterinari del Cert di Padova che lo stanno monitorando grazie ai tanti cittadini preoccupati che tanta bellezza finisca male.
In effetti il giovane tursiope ha fatto breccia nei cuori, scatenando simpatia, ma anche cupidigia. Nella città cantata da poeti e scrittori e dipinta da generazioni di artisti, si annida sempre il business di chi vede soldi ovunque. E così anche Mimmo, battezzato così dai tassisti d’acqua che per primi lo hanno incrociato, è diventato per qualcuno un’attrazione. Quando i video delle sue acrobazie hanno iniziato a diffondersi, c’è chi ha pensato subito di monetizzare e di organizzare tour alla scoperta del delfino.
«Ogni giorno ci avvisiamo tra noi quando lo vediamo – racconta Manuel Tiffi, il primo tassista d’acqua che lo ha immortalato lo scorso giugno —, in questo modo sappiamo che dobbiamo rallentare e proteggerlo da chi gli si avvicina». Non tutti sono così scrupolosi tanto che Tiffi stesso spesso ha urlato ad alcune barche di allontanarsi. Il rischio è infatti che rimanga ferito dalle eliche, ma non è nemmeno facile farglielo capire. Anche su questo si sono presto create diverse correnti: c’è chi chiede di portarlo fuori dalla Laguna nel mare aperto, chi vorrebbe multare le barche che lucrano sulla sua presenza e chi è per lasciarlo qui, ma in pace. E così il gruppo di veterinari del Cert, coordinati dal professore Sandro Mazzariol, e la Guardia Costiera di Venezia sono in continuo dialogo per capire il da farsi: «Il delfino è un ospite prezioso della nostra Laguna – ribadiscono i veterinari che rispondono ai cittadini al numero 366-9256638 —. Osservarlo è un privilegio, proteggerlo un dovere».
Per questo il Cert ha chiesto di mandare una segnalazione quando lo si vede, di mantenere una distanza di 50 metri, di rispettare i limiti di velocità, di non avvicinarsi, né cercare un contatto, di non offrirgli cibo o lanciargli oggetti e, infine, di non attirare la sua attenzione con suoni, urla o colpi sull’imbarcazione. Ce la faranno gli umani a rispettarlo?
C’è chi ha già rischiato di andargli addosso per un selfie e chi gli ha lanciato una palla, senza capire che è un animale selvatico e che, molto probabilmente, è qui per uno scopo preciso che si chiama cibo.
Immaginate di avere un banchetto pieno di leccornie, apparecchiato solo per voi ogni giorno, perché andarsene? Quello che nessuno può sapere è se si sia abituato al rumore delle barche a motore oppure se lo sopporta, pur di avere cibo a volontà. Ora sono al vaglio diverse opzioni, come quella di utilizzare dei dispositivi acustici per allontanarlo almeno dalle aree più trafficate.
Sembra che lungo la costa ci sia una colonia di tursiopi, ma Mimmo è un solitario e Venezia la vuole solo per lui. Per gli altri c’è tempo. Giovane e single, non si mescola con il gruppo che bazzica lungo le coste venete. Intanto si fa la sua vita qui e poi si vedrà. Chissà cosa gli passa per la testa quando vede quelle creature così diverse da lui sporgersi dalle barche e puntargli in faccia un oggetto rettangolare. Dall’odore, neppure commestibile.