Il Messaggero, 10 novembre 2025
Gentile, don Benzi, Fallaci ecco i fondi del governo per gli anniversari celebri
C’è Giovanni Gentile, celebre filosofo italiano, ministro dell’Istruzione e ideologo del regime fascista, ucciso a pistolettate dai partigiani del Gap. E al suo fianco “Giovannino” Guareschi, giornalista, genio della satira italiana, uomo di destra, sì, ma pure internato nei campi tedeschi e tra i seicentomila italiani che si rifiutarono di “firmare” l’adesione al nazifascismo per uscire dai lager. Oriana Fallaci e Matilde Serao, donne e pioniere del giornalismo italiano, Enrico Mattei e Adriano Olivetti. Benvenuti nel nuovo pantheon della destra al potere.
Gli italiani illustri da celebrare e ricordare, specie se negli anni del centrosinistra a Palazzo Chigi sono stati dimenticati, o ritenuti indegni di memoria. Il governo ci mette del suo: un milione e quattrocentomila euro. E chiede agli studiosi di farsi avanti, con un bando lanciato dalla Struttura degli anniversari nazionali, la task force di Palazzo Chigi sotto il ministero dello Sport e dei giovani di Andrea Abodi. La missione? Ricordare uomini e donne che hanno fatto grande l’Italia, “educare” le nuove generazioni.
Segue lista di nomi “consigliati” a chi vorrà accaparrarsi i fondi: c’è tempo fino a fine novembre. E salta subito all’occhio il nuovo pantheon, che accosta personalità della storia italiana assai lontane – eufemismo – dalla sensibilità politica di chi per anni, prima di Meloni, ha deciso dove e come finanziare la cultura italiana. Insomma è cambiata l’aria. Andiamo con ordine. Nella delibera letta dal Messaggero il governo invita gli aspiranti ricercatori alla «diffusione e al consolidamento delle radici storiche, culturali, sociali e civili nella comunità nazionale, con particolare riferimento alle giovani generazione». Poi da Palazzo Chigi suggeriscono i nomi da esaltare, a mo’ di esempio. Tra gli uomini che «hanno avuto particolare impatto in campo culturale e letterario» e dunque meritevoli di mostre, pamphlet e monografie figurano «Giovanni Treccani, Giovanni Spadolini, Giovanni Gentile, Giovannino Guareschi e Giuseppe Prezzolini». Parterre variegato, si diceva. Comprende figure di peso ma anche controverse, calamite di continue schermaglie politiche a destra e sinistra, man mano che gli anniversari si avvicinano e tocca mettere mano ai fondi pubblici. Gentile è fra questi. Primo ministro dell’Istruzione dell’Italia fascista, di cui è stato ideologo, ispiratore e convinto partecipe. Ma anche filosofo considerato tra i grandi del 900 e autore di una delle più grandi e durature riforme della scuola italiana dall’Unità. Dunque che fare? È il dilemma che si ripropone, ciclicamente. In primavera, quando un consigliere comunale di FdI a Firenze ha proposto di intitolargli una rotonda, mezzo Pd è salito sulle barricate, insieme alla sindaca Sara Funaro. Alessandro Giuli, ministro alla Cultura di FdI, scese invece in soccorso del filosofo di Castelvetrano: «Gentile eccede le ideologie ed è il momento di riconoscere che la sua statura è quella di un classico». E così fa il governo nel nuovo bando di Palazzo Chigi. Che invita a studiare figure come Marcello Piacentini, architetto del regime a cui però si deve la meraviglia architettonica del quartiere Eur. O ancora il grande pittore Mario Sironi, anche lui collaterale al ventennio, salvato dal plotone partigiano da un moto di pietà di Gianni Rodari, che lo riconobbe in fuga da Milano e gli firmò il lasciapassare.
Ma la lista è davvero trasversale. Se figurano totem della destra come Prezzolini, carissimo all’ex ministro Sangiuliano, spiccano anche personaggi come il santo Pier Giorgio Frassati, canonizzato da Papa Leone, che ha scontato sul suo corpo, a suon di manganellate, l’antifascismo militante e cattolico. E ancora don Oreste Benzi, educatore e fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII, l’irriverente Guareschi, il padre dell’Eni Enrico Mattei, che ha dato il nome al piano di cooperazione per l’Africa firmato da Meloni. E che dire di Adriano Olivetti, il pioniere del pc, l’imprenditore illuminato di Ivrea amatissimo dalla premier e sempre tirato per la giacchetta dai partiti? (i Cinque Stelle, nei suoi stabili piemontesi, organizzavano le convention futuristiche di Casaleggio).
Quanto al pantheon femminile, anche qui non mancano sorprese. C’è da stupirsi se in cima alla lista c’è la grande Oriana? Certo che no. Ma le fa compagnia Rita Levi Montalcini, non proprio un totem del centrodestra, la pittrice Artemisia Gentileschi, le rivoluzionarie Cristina Trivulzio di Belgioioso e Rosalia Montmasson. Vaste programme. Si ritrovano, tra le «figure femminili che hanno avuto un ruolo significativo nella storia d’Italia», nomi scanditi tre anni fa da Meloni sotto le volte in vetro della Camera, nel primo discorso da premier. Scorgendo in donne come Trivulzio e Montmasson, Maria Montessori e Grazia Deledda l’esempio da seguire per rompere il “tetto di cristallo” della politica italiana. Ora la lista si allarga, il governo chiede ai “giovani” di celebrare un pantheon di intellettuali, artisti e santi rinnovato, per certi versi inedito. Politico.