ilmessaggero.it, 10 novembre 2025
Dimitri Fricano uccise la fidanzata con 57 coltellate, torna di nuovo ai domiciliari: «È obeso e fuma troppo»
Dimitri Fricano, il 38enne condannato a 30 anni per aver ucciso la fidanzata Erika Preti – uccisa con 57 coltellate nel 2017 durante una vacanza in Sardegna – ha ottenuto nuovamente gli arresti domiciliari.
Dopo aver scontato solo sette anni, l’uomo era già stato trasferito a casa dei genitori a Biella poco più di un anno fa per problemi di obesità.
Ora, con un peso di circa 200 chili, difficoltà motorie e l’abitudine a due pacchetti di sigarette al giorno, Fricano ha lasciato il carcere torinese per tornare dai genitori con condizioni più restrittive: può vedere e parlare solo con loro, senza le tre ore di libertà quotidiana precedentemente concesse.
La decisione del Tribunale di sorveglianza riaccende le polemiche in città, dove in passato il padre della vittima aveva incrociato l’assassino della figlia per strada.
Come funzionano le misure alternative alla detenzione
In Italia, il Tribunale di sorveglianza può concedere misure alternative alla detenzione – come gli arresti domiciliari – quando le condizioni di salute del condannato sono incompatibili con il regime carcerario, ai sensi dell’art. 47 dell’Ordinamento penitenziario.
Serve una perizia medica che attesti patologie gravi e non adeguatamente curabili in carcere; nel caso di Fricano, l’obesità severa (circa 200 kg) e le difficoltà motorie hanno motivato prima la concessione di tre ore di libertà quotidiana per cure, poi il ritorno a casa con contatti limitati solo ai genitori.