il Fatto Quotidiano, 10 novembre 2025
Cirino Pomicino: “Sono risorto lottando coi leoni. Casini? Dice ‘festeggiamo’ e sparisce”
Paolo Cirino Pomicino non è più morto!
Cose da pazzi: sono ancora qua.
Lei è un diavoletto e resiste oltre ogni ragionevole ipotesi.
Me la sto cavando benino in questa partita a scacchi con l’aldilà. Come sa non sono stato fortunato con la salute (per mia colpa). Ho dovuto sostenere due trapianti.
Cuore e reni. E anche in quelle occasioni ha dato prova di un’abilità assoluta. È un democristiano longevo, è da case history: come la politica allunga la vita.
Trapianti ormai datati negli anni, cose serie.
E un’età non più da giovanotto.
Sono ottantasei primavere.
L’altra volta sembrava sul punto…
Lei mi chiamò per intervistarmi perché pensava – fa sempre cattivi pensieri! – che stessi salutando…
Assolutamente no, e glielo dissi. In verità e con rispetto parlando, resto convinto che nessuno lassù voglia farsi carico di uno come lei.
Mi chiamò per l’estrema unzione giornalistica.
Sono invece felice che sia risorto.
Dall’8 settembre sono a casa, per fortuna.
Pier Ferdinando Casini le aveva promesso una grande festa al suo rientro in attività.
Macchè! Casini è uno di quelli che cianciano e poi dimenticano. Ti chiamo, ti chiamo e poi scompare.
Dobbiamo vederci, dobbiamo fare, dobbiamo dire…
E poi amen.
Ahia.
E vabbè.
La trovo comunque in forma, solo un po’ smagrito.
Per non farmi mancare nulla ho anche un disturbo, si chiama disfagia, che indica una difficoltà a deglutire. Sono costretto ad alimentarmi con i liquidi.
Comunque lucidissimo e sempre perdutamente democristiano.
Assolutamente sì! Devo anche dirle che ho superato un mese di coma e trascorso un tempo indefinibile in ospedale.
Il coma è davvero tutto un buio?
È qualcosa di sospeso, ma è difficile per me descriverlo, dare un volto a questo buio, una dimensione a questa esistenza parallela, fluttuante, provvisoria. Tra la vita e la morte, appunto.
Che si fa quando si è in coma?
Si sogna. Si sogna ripetutamente. Vivendo situazioni emotivamente incontrollate si piega verso una realtà immaginaria.
Come se fosse una second life?
Non saprei descrivere esattamente cosa sia. Ti attraversa un mondo nuovo, indefinibile però.
Il suo sogno ricorrente quale era?
Salvare mia sorella dai leoni.
I leoni erano nella sua Napoli?
Stavano al loro consueto domicilio: in Africa.
E lei è andato fino in Africa pur di salvarla.
La difendevo.
Fratello amorevole.
Con ogni evidenza.
Naturalmente continua a seguire le vicende politiche.
Assolutamente sì.
Di Giorgia Meloni cosa pensa?
È stata assai fortunata perché grazie al contesto internazionale, alle ripetute e micidiali crisi belliche (prima l’Ucraina e poi Gaza) è riuscita a stare lontana da ogni questione interna. Guida un governo opaco, piuttosto statico, senza idee. Appare una leader capace e vincente senza dovere dimostrarlo.