repubblica.it, 10 novembre 2025
Farmaci, cresce la spesa: gli italiani consumano quasi due dosi a testa al giorno
La spesa farmaceutica in Italia è in crescita, sia quella a carico dello Stato che quella a carico delle famiglie, in particolare per quanto riguarda i cosiddetti farmaci da banco, che in media hanno visto un aumento dei prezzi. Gli italiani consumano in media quasi due dosi al giorno, con il dato che si impenna se vengono presi in considerazione gli anziani. I dati sono quelli di Aifa, l’agenzia nazionale del farmaco, e sono contenuti nel rapporto Osmed, sul consumo dei medicinali nel nostro paese, rilasciato ormai alla fine dell’anno successi a quello che viene analizzato, il 2024.
La spesa farmaceutica complessiva è di 37,2 miliardi di euro (+2,8% rispetto al 2023). Il 72% è a carico del servizio sanitario nazionale. E se si valuta soltanto la spesa pubblica, è cresciuta in modo molto importante rispetto a quella del 2023, cioè del 7.7%. Si tratta di un dato superiore all’incremento del Fondo sanitario nazionale, che mette in luce come a questo ritmo il costo dei farmaci è destinato a “mangiarsi” quello per le altre attività sanitarie. A crescere maggiormente è la spesa per i medicinali acquistati dagli ospedali (+10%), mentre quelli cosiddetti territoriali, che passano cioè dalle farmacie, hanno visto un incremento comunque importante, del 5.1%. I cittadini hanno invece speso, tra farmaci da banco, farmaci in fascia C con ricetta ma a loro carico, costo del ticket e differenza tra il prezzo del generico e del farmaco di marca (a carico del consumatore), oltre 10 miliardi di euro, cioè 10,2.
L’anno scorso sono state consumate 1.895 dosi ogni 1000 abitanti al giorno, cioè 1,9 a testa. Il 68% degli italiani nel 2024 ha avuto una prescrizione. Parlando di medicinali a carico dello stato, quelli più consumati sono i prodotti per il sistema cardiovascolare. Li prende più di un italiano ogni due quotidianamente (523 dosi giornaliere per 1000 abitanti e 3,7 miliardi di spesa. Al secondo posto ci sono quelli per l’apparato gastrointestinale e il metabolismo (296 dosi per mille abitanti, 3,5 miliardi di spesa). Per gli antitumorali, meno diffusi, si spende di più: 8,2 miliardi. I farmaci del sangue e organi emopoietici occupano il terzo posto in termini di consumi (145,2 dosi per 1000 abitanti) e il quinto in termini di spesa (2 miliardi e 647 milioni di euro). I farmaci del sistema nervoso centrale si posizionano al quarto posto per consumi (99,8 dosi giornaliere per 1.000 abitanti) e al sesto in termini di spesa (2 miliardi e 148 milioni di euro).
L’anno scorso circa 4,6 milioni di bambini e adolescenti (poco più della metà del totale) hanno ricevuto avuto almeno una prescrizione farmaceutica. In testa ci sono gli antibiotici e in generale gli antinfettivi, seguiti dai medicinali per l’apparato respiratorio. I farmaci del sistema nervoso centrale (antiepilettici, antipsicotici, antidepressivi e psicostimolanti) sono al quarto posto tra i medicinali più prescritti, con un consumo pari all’8% del totale e un aumento del 4,1% rispetto al 2023. E dal 2016 sono più che raddoppiati sia l’uso che i consumi di psicofarmaci. “Sebbene si mantengano ancora su livelli bassi”, dicono da Aifa, si è passati da 20,6 confezioni per 1000 bambini nel 2016 a 59,3 confezioni per 1000 bambini (prevalenza dello 0,57%) nel 2024. Si tratta soprattutto di antipsicotici, antidepressivi e farmaci per l’ADHD.
Addirittura il 97,4% degli anziani ha ricevuto nel corso del 2025 almeno una prescrizione farmacologica. In media si arriva a oltre 3,4 dosi al giorno a testa (più agli uomini che alle donne) Il 68,1% degli over 65 ha ricevuto prescrizioni di almeno 5 diverse sostanze (politerapia) nel corso del 2024 e circa uno su tre (28,3%) ha assunto almeno 10 principi attivi diversi. Il 33,1% della popolazione anziana assume almeno 5 diversi farmaci per almeno 6 mesi nel corso di un anno (politerapia cronica), con un andamento crescente all’aumentare dell’età: fra gli 85 e gli 89 anni si raggiunge il picco del 43,7%. Il rischio insito nell’utilizzo di così tanti farmaci è quello dell’errore a prenderli o dell’abbandono delle terapie. Ad esempio oltre la metà dei pazienti (52%) non segue correttamente le terapie contro i disturbi delle vie respiratorie. Il dato è del 28% per gli antidepressivi, del 22% per gli antidiabetici.
Nel 2024 si è iniziata ad usare la semaglutide contro l’obesità. A parte i cittadini ai quali è stata prescritta e quindi non l’hanno pagata, perché oltre a problemi di peso hanno il diabete, ci sono persone che si sono pagate la terapia. Si tratta di cittadini che si sono fatti prescrivere il farmaco in fascia C, cioè a loro carico, proprio perché sono sovrappeso ma non hanno il diabete. Ebbene la spesa è stata di circa 70 milioni. Il 2024, però, è stato solo l’inizio, quest’anno altri prodotti sono entrati sul mercato e i costi, per il servizio pubblico e per i privati, sono destinati ad aumentare molto.