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 2025  novembre 10 Lunedì calendario

Steinmeier attacca la Afd: “È un pericolo, va abolita”

Il 9 novembre è una data fatidica per la Germania. Nel 1918 fu proclamata la Repubblica di Weimar, nel 1989 cadde il Muro di Berlino, nel 1938 i nazisti organizzarono uno dei più feroci pogrom contro gli ebrei. Ripensando alla fragilità di Weimar e alle ombre scure che si addensano di nuovo nella politica tedesca, il presidente della Repubblica Frank-Walter Steinmeier ha attaccato ieri duramente l’ultradestra chiedendone in sostanza il divieto e facendo appello ai partiti democratici a mantenere intatta la “Brandmauer”, il cordone sanitario che vieta ogni accordo o coalizione con l’Afd. E questo nelle settimane in cui nel dibattito è riaffiorata l’ipotesi di una crisi di governo e in cui due fonti rivelano che alcuni esponenti di primo piano dei cristianodemocratici (Cdu/Csu) starebbero tramando per favorire, un domani, la formazione di un governo con l’ultradestra.
Lo strumento del divieto – che in Germania deve essere deciso dalla Corte costituzionale – è «l’espressione di una democrazia capace di difendersi», ha sottolineato il capo dello Stato, ricordando che la costituzione prevede misure di restrizione e «persino il totale divieto» di chi «si ponga in modo aggressivo e bellicoso contro il nostro sistema liberale e democratico». Steinmeier ha anche respinto le critiche, da destra, di una presunta antidemocraticità del bando di un partito: «Attaccate la nostra costituzione, la mettete in discussione, volete un altro sistema, non liberale? La risposta della nostra costituzione è chiara: un partito che la attacchi aggressivamente deve calcolare la possibilità di essere vietato». Se ci sono le condizioni, ha suggerito il presidente socialdemocratico (Spd), anche l’ultima ratio del divieto «deve essere analizzata e presa in considerazione».
Una bordata l’Afd, che è già stata bollata come anticostituzionale e «di estrema destra» dai servizi segreti. E che qualcuno, però, è già tentato di coinvolgere in un esecutivo a guida Cdu/Csu se la coabitazione con la Spd – difficile da mesi – dovesse collassare. Negli ultimi giorni persino all’interno della Cdu è scoppiato l’inferno quando il ministro degli Esteri Wadephul ha fatto notare che rimpatriare siriani in un Paese che riemerge da un decennio di feroce guerra civile «come la Germania nel 1945». Qualche giornale ha cominciato persino a parlare di pressioni dell’ala destra per far dimettere il ministro. Il punto è che negli ultimi sondaggi, l’Afd ha superato la Cdu e oscilla tra il 26 e il 27%. E i cristianodemocratici sono tesissimi.
Steinmeier ha dunque messo le mani avanti. Il 2026 farà tremare i polsi: si vota in una manciata di land e gli occhi sono puntati su Sassonia-Anhalt e Meclemburgo-Pomerania. Lì l’Afd sembra irraggiungibile: sfiora da mesi il 40%. Si vota a settembre in Sassonia-Anhalt e l’Afd potrebbe persino conquistare abbastanza seggi per ottenere la maggioranza assoluta e nominare il primo governatore di estrema destra dopo il 1945. Il dibattito sul cordone sanitario riemergerà al più tardi dopo quelle elezioni. E Steinmeier ha ammonito che «il tentativo spericolato di addomesticare gli antidemocratici concedendogli l’accesso al potere è fallito non soltanto a Weimar». Viene in mente la famosa frase di Franz von Papen, il conservatore che accettò nel 1933 di formare un governo con Adolf Hitler e disse «tempo due mesi e lo avremo talmente schiacciato in un angolo da farlo squittire». Due mesi dopo squittiva la Germania.