Corriere della Sera, 10 novembre 2025
Champagne, ville e quadri d’autore con la compravendita di petrolio russo. Vita da nababbo di un 30enne tedesco
Il segreto, o il fatto eccezionale, nella vicenda di Christoph Eppinger, non è quel che ha realizzato: 250 milioni di euro guadagnati in trenta mesi, commerciando petrolio russo. Ma il fatto che l’abbia raccontato.
E così questo tedesco di 31 anni, nato ad Amburgo da genitori russi (padre ingegnere, madre medico), è probabilmente il più giovane trader ad aver fatto fortuna aggirando le sanzioni. Ma anche quello che – accettando di parlarne con il giornalista del Financial Times Tom Wilson, che l’ha seguito per mesi – ne ha rivelato i meccanismi. Non che Eppinger si penta di nulla, anzi. Quale altra miglior occasione per mostrare la sua nuova vita da Grande Gatsby, che ha scambiato Long Island con la Costa Azzurra?
Eppinger ha un tavolo fisso alla Guérite, mitologico ristorante su una minuscola isola davanti a Cannes: i tempi d’attesa, per i clienti facoltosi, sono di settimane. Lui vi porta il reporter Wilson. Sul muro sopra il tavolo è appesa una targa: «Christopher Eppinger. La leggenda di La Guérite. 300 bottiglie di Cristal, 13 giugno 2024». È qui che ha festeggiato il suo trentesimo compleanno con trecento bottiglie di champagne. Tutto nella sua vita è eccessivo, o vorrebbe essere leggendario: la casa in collina, «Villa Mirta» (come la nonna), appartenuta a un narcotrafficante, che sta ristrutturando per 14 milioni. Ne ha comprata un’altra lì accanto ai genitori, per 5 milioni. Racconta che ha da sempre voluto fare l’oil trader, e che da bambino con la nonna guardava Dallas, maturando una venerazione per J.R. È sfacciato, veloce, sicuro, non fosse che a Wilson ha ripetuto più volte la stessa domanda: secondo lei, posso essere sottoposto a sanzioni?
Da pesce piccolissimo ha iniziato, con la guerra in Ucraina, a commerciare petrolio di Mosca e accumulare – lui dice in modo «legale» – una ricchezza oggi stimata in 250 milioni di euro
Christopher Eppinger e un pugno di avventurieri come lui sono andati avanti quando gli altri si sono fermati. Dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, i grandi trader quotati come BP e Shell si sono ritirati. Altri hanno ridotto drasticamente l’esposizione. Ma poiché un embargo totale avrebbe sconvolto l’economia globale, l’Occidente ha optato per il «price cap», il tetto al prezzo: Mosca poteva continuare ad esportare, ma con guadagni ridotti. Ed è qui che si sono inseriti i «risk taker». «Se ci fosse stato un embargo totale, non avrei toccato la Russia. Sarei stato un criminale», assicura. In 30 mesi Eppinger ha movimentato 3,3 milioni di tonnellate di greggio, per un valore di 2 miliardi (e con un ritorno personale superiore al 10%): il fatto che, con quel petrolio, finanziasse la guerra di Putin, non sembra né toccarlo né riguardarlo.
Nel 2022, a 27 anni, era un pesce piccolissimo, con capitale prossimo allo zero. Si trasferisce a Dubai e apre una società: le «zone franche» (free zone) di Dubai non sono vincolate a rispettare le restrizioni internazionali. In un’era di sconvolgimenti geopolitici, trova il modo di rifornire la raffineria Uniper (di proprietà tedesca) a Fujairah (Emirati), rimasta quasi a secco. Il primo carico è regolare. Il secondo, di bandiera kazaka, apertamente russo: Uniper rifiuta il greggio, per un mese la nave resta ancorata al largo, mentre lui è esposto per 100 milioni. Infine, produce certificati corretti e lo vende. È la svolta. I suoi avvocati sostengono che abbia sempre rispettato la legge: petrolio comprato sotto il cap; certificati validi; un sistema di trasbordo a Fujairah tra serbatoi e non più da nave; il blending, mischiando carichi di provenienza diversa. L’architrave del tutto: il credito illimitato concesso dai russi, che accettano di essere pagati alla fine, quando il petrolio arriva a destinazione. Quello di Eppinger finisce in Brasile, Nigeria, Spagna, Cina. Lui lavora non dal computer, ma sempre dall’Iphone.
Perché ha raccontato tutto? Banalmente, l’inasprimento delle sanzioni – ora che alcuni trader di Dubai sono stati colpiti dagli Usa – gli ha fatto smettere. Dal febbraio 2025, basta petrolio russo. Ma non vuole uscire dal giro. Dice che non si vergogna dell’origine della sua ricchezza, punta ad «aggiungerci uno zero». E allora è necessario che la sua storia e il suo denaro siano accettabili per le banche svizzere. Né vuole smettere di comprare ville e quadri. Ha visto una «falce e martello» di Andy Warhol da appendere sopra il bar. E per la stanza da letto vorrebbe «qualcosa d’intenso», un Caravaggio, possibilmente una decapitazione.