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 2025  novembre 09 Domenica calendario

Intervista a Gloria Guida

Tra dieci giorni, il 19 novembre, Gloria Guida compirà 70 anni. Appartengono alla storia del cinema e del costume nazionale le commedie sexy che mezzo secolo fa hanno fatto di lei il mito erotico degli italiani e tenuto in piedi l’industria: film dai titoli maliziosi come La ragazzina, La minorenne, La liceale, La novizia, La ragazza alla pari messi al servizio della bellezza esplosiva, e spesso nuda, dell’attrice. Che sarebbe poi andata oltre quel fortunatissimo “filone” (quasi innocente con gli occhi di oggi) facendo il grande teatro di Garinei & Giovannini e della buona tv. Oggi Gloria è una donna sempre seducente e di gran classe, in coppia da 46 anni con Johnny Dorelli, nonna felice di un’adolescente. Anche se lavora meno di quello che vorrebbe, può contare su uno zoccolo duro di fan che include Quentin Tarantino («Vent’anni fa mi propose l’horror Hostel ma rifiutai, troppo truculento», ci ha rivelato) e il suo mito continua a brillare.
Come festeggerà il fatidico compleanno?
«Nella massima intimità con la famiglia. Torta e prosecco».
Le fa effetto essere arrivata a 70?
«Beh sì, lo ammetto ma la vita va avanti e pazienza se viene qualche ruga in più».
Mai pensato di rifarsi?
«No, ho tenuto il mio volto e si vede. Cerco di rimanere in forma curando la pelle e mangiando sano».
Essere da 50 anni il sogno erotico degli italiani è una soddisfazione o una condanna?
«È sempre stato un piacere, sento forte l’affetto del pubblico. Ma diciamolo: essere considerata la Liceale a vita ha condizionato la mia carriera. Non rinnego nulla, anzi adoro quel personaggio che mi appartiene e mi ha reso protagonista. Ma se ora non mi chiamano è anche perché ne sono in qualche modo prigioniera».

Ma lei sarebbe pronta a interpretare una nonna?
«Certo! Sono disposta a diventare perfino brutta pur di far dimenticare la bomba sexy».
Possibile che il cinema non la cerchi?
«Quattro anni fa, per il film Lei mi parla ancora, Pupi Avati voleva scritturare Johnny per il ruolo del padre di Vittorio Sgarbi e me per quello della sua infermiera. Ma mio marito, all’epoca non in perfetta forma, rinunciò. Pupi chiamò allora Renato Pozzetto e mi diede il benservito».
Perché?
«Con Renato, il mio partner più generoso e altruista, avevo girato Fico d’India e La casa stregata. Ma Avati non volle ricreare la coppia. Ci sono rimasta malissimo».
Iniziando giovanissima, ha dovuto difendersi dalle avances?
«No, sono stata protetta: papà mi accompagnava dappertutto. E ho sempre avuto un atteggiamento un po’ distante: mi prendevano per snob, ma scoraggiavo i malintenzionati».

Suo padre non reagiva male quando lei si spogliava sul set?
«No, era contentissimo del mio successo nel cinema dopo aver sostenuto la mia carriera di cantante che, iniziata nel 1971, mi aveva portato a lavorare con case discografiche importanti. Fu la foto del mio primo disco a procurarmi un provino davanti alla cinepresa: nel 1974 girai La ragazzina ed iniziò la mia nuova vita».

Perché non fa più televisione?
«Bisogna chiederlo alla Rai che mi tolse la conduzione del programma Le ragazze all’improvviso dopo tre edizioni peraltro andate benissimo. Ne ho sofferto tanto e ho capito che per stare nello spettacolo servono i controc...».
Lei non si si sente abbastanza corazzata?
«Si, ma sono stata presa alla sprovvista. Pazienza».
Cosa le scrivono i fan sui social?
«Tantissimi invocano il mio ritorno sullo schermo ma c’è pure chi azzarda commenti un po’... spinti sui miei vecchi film».
Il film di cui va più orgogliosa?
«Il Triangolo delle Bermude che girai nel 1978 accanto a John Huston e un cast internazionale. Tutto girato su un’isola del Messico. Fu bellissimo ma faticosissimo».
Qual è il segreto del suo lungo matrimonio con Dorelli?
«Il rispetto reciproco, la capacità di affrontare insieme qualunque problema. E ci facciamo un sacco di risate».
Come sta Johnny?
«Sta bene anche se ha qualche difficoltà con le gambe. In compenso, la testa è lucidissima. Ha 88 anni ma ne dimostra molti di meno. E per una incredibile coincidenza, quasi un gioco del destino, si chiama quasi come mio padre Giorgio Guida: il suo vero nome è Giorgio Guidi».

Il bilancio dei suoi 70?
«La mia carriera è stata felicissima: mai un problema, ho lavorato in armonia con tutti. Anche se oggi sono stata depennata, posso considerarmi più che soddisfatta»