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 2025  novembre 09 Domenica calendario

Intervista a Herbert Ballerina

Se vi state chiedendo chi sia Herbert Ballerina, pensate a uno dei personaggi televisivi più in vista degli ultimi anni, Stefano De Martino, e sappiate che più o meno siete sulla strada giusta: è la sua spalla comica ad Affari tuoi, il preserale di Rai1 che anche se da mesi viene sempre battuto da Gerry Scotti e la sua Ruota della fortuna, con una media di quasi cinque milioni di telespettatori al giorno è pur sempre uno dei programmi più visti della tv italiana.
I due insieme hanno già lavorato dal 2021 al 2024 in Bar Stella e nel 2023 e 2024 in Stasera tutto è possibile, entrambi in onda su Rai2. Herbert Ballerina, che poi in realtà si chiama Luigi Luciano ed è nato 45 anni fa a Campobasso, ha iniziato più di vent’anni fa con Maccio Capatonda facendo trailer comici per la Gialappa’s Band, web serie come Drammi medicali, La villa di Lato, Leggerezze e Mariottide, nel 2011 ha debuttato al cinema con il film Che bella giornata con Checco Zalone, nello stesso anno è entrato nel cast dello show radiofonico Lo Zoo di 105. Negli ultimi tempi Herbert in tv ha preso parte a Lol. Chi ride è fuori, Celebrity Hunted, Freeze e adesso è nel cast del GialappaShow su Tv8. Oggi il comico molisano è al Teatro Brancaccio di Roma con il suo spettacolo comico Come una catapulta, one man show intitolato come la battuta tormentone del suo fortunato personaggio Pino Cammino, l’uomo della strada testimone di fatti di cronaca più o meno inverosimili.
Perché un nome così?
«All’inizio con Marcello (Marcello Macchia, vero nome di Maccio Capatonda, ndr) scimmiottando i film americani cercavamo dei nomi altisonanti ma brutti da far ridere: Rupert Sciamenna, Katherine J. Junior, Herbert Ballerina... Purtroppo ci sono rimasti attaccati, non farò mai niente di serio chiamandomi così (ride, ndr)...».
Quando invece è andato a Bologna a studiare al Dams cosa sognava di fare da grande?
«In realtà, io volevo evadere dalla vita di provincia. Per il resto, in maniera più o meno vaga volevo fare l’attore, il cinema, qualcosa in quel mondo. Sicuramente non ingegneria o medicina. Mi sono detto: vabbè, vediamo che succede».
Che cosa è cambiato da quando con “Affari tuoi” ha a che fare con il mainstream di Rai1, i grandi ascolti...?
«Appena esco di casa mi riconoscono tutti. Per il resto, la mia carriera che ormai ha più di vent’anni è sempre stata così: con Maccio ci mettemmo a fare i primi video e la Gialappa’s Band li mandò subito in onda, Luca Medici, cioè Checco Zalone, li vide in tv e dopo poco mi chiamò per chiedermi di recitare nel suo film Che bella giornata, primo per incassi nella storia del cinema italiano, poi un bel giorno fui contattato dallo Zoo di 105, il programma radiofonico più ascoltato d’Italia, per lavorare con loro... Tutte cose che io non avevo mai fatto né sognato prima. Un po’ per caso. Un po’ alla Forrest Gump».
Mi sta facendo capire che ha avuto soprattutto una gran fortuna, per non dire altro?
«Quello ci vuole sempre, certo. Diciamo che tante cose mi sono capitate in maniera naturale, senza forzare. Sono un po’ come il pepe. Mi si può mettere un po’ lì, un po’ là e nessuno si lamenta, anzi. Funziono: la gente si diverte. Ad Affari tuoi, con Stefano, non era affatto scontato far bene in un programma così avviato. Gli ascolti buoni ci sono e sui social i commenti sono quasi tutti positivi, quindi sono contento».
Andavate e andate bene, ma “La ruota della fortuna” vi ha ridimensionati: quanto ha dovuto consolare il suo amico e collega De Martino dopo la cura Gerry Scotti?
«Stefano è giovane, ma è una mummia: impassibile e freddo. Io lo chiamo giovane vecchio. Si va avanti come se niente fosse e va benissimo così, visto che la differenza fra noi e loro è minima e abbiamo entrambi successo. Affari tuoi non può essere considerato un problema».
Come vi siete incontrati, lei e De Martino?
«Per Bar Stella, quattro anni fa. Stefano mi disse che aveva in mente un programma un po’ arboriano e io subito pensai che forse avrei potuto essere il suo Nino Frassica. È andata bene: grazie a lui sono entrato in Champions League, sto vivendo una seconda giovinezza».
Il suo primo riferimento artistico è Frassica, giusto?
«Sì. Lui e Carlo Verdone, Roberto Benigni, Renato Pozzetto... Il mio primo amore, però, è stato Eduardo De Filippo: mio padre con i vhs mi ha cresciuto con tutte le sue commedie. Un genio».
I suoi genitori che fanno?
«Commercianti, ora in pensione».
Sua sorella è un chirurgo toracico e vive e lavora a Londra, giusto?
«Sì. Prima a Bologna e poi da lì è andata a Londra, dove vive da anni».
E che dice del fratello dalla comicità surreale? Si vergogna...?
«No. È contenta. Siamo due geni: io sono il primo genio, lei, che è più piccola di me, il secondo genio...».
Nel 2021 ha scritto anche un libro, “Getto la maschera": quante copie ha venduto?
«Non lo so».
L’hanno pagata?
«Poco. Forse perché con quel titolo qualcuno ha pensato fosse una robaccia No Vax».
In teatro c’è buona parte del libro o no?
«Alcune cose belle, sì. Però grazie a Stefano ho conosciuto Riccardo Cassini e insieme abbiamo scritto tanto altro materiale».
Quando fece il primo film con Zalone non aveva l’agente: adesso?
«Sì, certo. Da cinque anni sono con Beppe Caschetto (potentissimo, si occupa di Sabrina Ferilli, Fabio Fazio, Alessia Marcuzzi, Miriam Leone, Maurizio Crozza, Virginia Raffaele etc, ndr), sempre grazie a Stefano».
Si è accasato bene. E sul fronte privato?
«Sono fidanzato da ormai quindici anni, quindi diciamo che va bene. Lei si chiama Lucia (l’attrice agrigentina Lucia Di Franco, ndr)».

Con la grande visibilità di questi anni si sono moltiplicate le occasioni per incontrare o no?
«Io da quel punto di vista sono l’unico caso in cui neanche un po’ di successo mi ha aiutato».
Quindi è pronto per gli impegni solenni: matrimonio, figli...
«Oddio, adesso mi menerà... Diciamo che entro un anno...».

Lo sfizio da togliersi qual è?
«Non lo so. Mi sento a posto con me stesso. Ho iniziato questo lavoro quasi per caso e poi, dopo aver fatto la mia bella gavetta ogni giorno, adesso dopo tutto questo tempo qualunque cosa dovesse accadere va bene».
Anche un ruolo drammatico?
«Sì. fare qualcosa di così diverso dal solito mi piacerebbe molto, sarebbe proprio come la ciliegina sulla torta».
Con Maccio Capatonda, dopo anni di collaborazione, com’è finita?
«Abbiamo naturalmente preso strade diverse ma non c’è stata un una rottura. Siamo sempre amici».
Quasi tutti i comici prima o poi affrontano la regia: lei?
«Da una parte mi piacerebbe, dall’altra non so se me la sentirei. Io sono pigro, sul set devi essere un capitano. Tutti ti vengono a chiedere qualcosa... Che stress... Per ora sto bene così».
Chi la fa ridere delle nuove leve?
«Non lo so. Sui social c’è così tanta comicità usa e getta che non so rispondere. Io, poi, sono della vecchia scuola, è difficile che mi interessino le proposte di oggi».
Quanto è faticoso far ridere su Rai1 per chi, come lei, per anni si è mosso in contesti comici completamente diversi?
«Si cresce e si cambia, ovviamente. Io ormai sono un camaleonte, mi rendo subito conto se una cosa la posso dire su Rai1 o no. Certo, a volte rischio, al massimo la tagliano».
Ha un rimpianto, qualcosa che non rifarebbe?
«Io ho la fortuna che ho preso questo mestiere, ma anche la vita in generale, con tutta la leggerezza possibile. Non mi sono mai fatto problemi: faccio quello che voglio senza pensarci troppo. Forse a volte sono stato anche incosciente, ma alla fine mi è andata bene».
Quanto guadagna, ha comprato casa a Milano?
«Niente di straordinario. No, non l’ho ancora presa una casa mia a Milano».
I dirigenti Rai, forse incautamente, da tempo hanno puntato su De Martino per il dopo Carlo Conti a Sanremo: se alla fine dovesse andarci sul serio ci sarà anche lei, giusto?
«È una decisione sua, ma io ovviamente gliel’ho già detto: “Stefano, se lo fai, io sono già all’Ariston"».