il Fatto Quotidiano, 8 novembre 2025
Avis e l’accordo con Eni: se doni il sangue avrai lo sconto in bolletta. Ma la legge sulle donazioni richiede “la gratuità”
Hanno annunciato la firma di un accordo quadro: da un lato c’è l’Avis, l’Associazione Volontari Italiani Sangue; dall’altro c’è Plenitude, la società benefit che è controllata da Eni. Un accostamento apparentemente inusuale, ammantato nei comunicati della volontà di rendere energeticamente sostenibili le sedi dell’associazione. L’accordo, si legge negli annunci, è “finalizzato al possibile sviluppo di iniziative congiunte per l’efficientamento energetico delle sedi Avis su tutto il territorio nazionale”. Una bella idea, all’apparenza: si parla di progetti innovativi, di fornitura e revamping di impianti fotovoltaici, di installazione di colonnine di ricarica per veicoli elettrici. Ma, e qui la situazione cambia, anche di “fornitura di energia” e “stipula di convenzioni con condizioni dedicate” per i collaboratori e i soci donatori di Avis. Insomma: un possibile vantaggio firmato Eni per almeno 1,3 milioni di associati Avis.
Eppure secondo la legge che regola la donazione di sangue in Italia (la n. 219 del 21 ottobre 2005) e che ha appena compiuto vent’anni “le attività trasfusionali… si fondano sulla donazione volontaria, periodica, responsabile, anonima e gratuita”. Condizioni che potrebbero essere disattese nel caso l’articolo dell’accordo quadro sopra indicato fosse applicato come si immagina leggendolo, dato che implicherebbe, seppur indirettamente, un vantaggio di tipo economico. Nel testo, infatti, le due parti “si impegnano ad approfondire la fattibilità” di tutta una serie di interventi, ma anche la “stipula di una convenzione per la fornitura gas e luce e impianti fotovoltaici in ambito residenziale ai collaboratori di Avis e suoi Affiliati, e ai soci donatori”.
Attualmente, tra i vantaggi offerti dall’essere un donatore Avis, rientrano l’essere sottoposti gratuitamente a visita medica ed esami del sangue, una prassi “fondamentale non solo per garantire la protezione del ricevente, ma anche per monitorare lo stato di salute dei donatori”, si legge ad esempio sulla pagina Avis dell’Emilia-Romagna. Poi viene riconosciuta una giornata di permesso dal lavoro, in alcune regioni la gratuità di alcuni vaccini e, infine, dopo ogni donazione, viene offerta una colazione completa o uno spuntino “per reintegrare – scrive Avis stessa – le energie e favorire un corretto recupero”. Non si tratta soltanto di “un gesto di attenzione verso chi dona – si legge – ma anche un momento di convivialità che rafforza il senso di comunità”. Insomma, una gentilezza più che uno scambio o un vantaggio.
Proprio in occasione dei vent’anni della legge che riconosce – come spiega la stessa onlus – la centralità delle associazioni di donatori nel conseguimento dell’autosufficienza nazionale di sangue ed emocomponenti, stabilendo che le attività trasfusionali si fondano sulla donazione gratuita, sono stati diffusi gli ultimi dati: oggi i donatori in Italia sono complessivamente 1.678.573 (28 ogni 1.000 abitanti) e ogni anno vengono effettuate oltre 3 milioni di donazioni. Nei primi mesi del 2025 si è registrato un incremento dell’1,5% nella quantità di plasma inviato alla produzione farmaceutica. La platea dei potenziali destinatari di offerte Plenitude sarebbe dunque molto estesa: al 31 dicembre 2024 i soci di Avis erano 1.311.775.
Abbiamo chiesto sia ad Avis sia a Plenitude chiarimenti. “Plenitude – scrive in una nota la società di Eni – conferma il proprio impegno a valutare con Avis esclusivamente soluzioni in linea con la normativa vigente, per la fornitura di energia e per la stipula di convenzioni con condizioni dedicate per i collaboratori e i soci donatori di Avis”. Sulla stessa linea l’associazione. “Si tratta di un accordo con cui i due enti si impegnano a ‘esplorare’ la possibilità di effettuare progetti congiunti. Nel pieno rispetto di questa intesa, ci adopereremo per verificare la fattibilità delle diverse proposte presentate, garantendone la piena conformità alla normativa vigente, approvata vent’anni fa proprio grazie al fondamentale contributo della nostra Associazione”. Avis insomma ribadisce il suo impegno nella difesa, in Italia e in Europa, della donazione come frutto di un gesto volontario, anonimo, non remunerato, responsabile, periodico. Principi su cui si basano per operare “con partner istituzionali, del Terzo settore e dell’imprenditoria, mossi dal comune intento di promuovere i valori della cittadinanza attiva, dell’impegno civico, della solidarietà e della sostenibilità”. Speriamo.