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 2025  novembre 09 Domenica calendario

Teheran, la grande sete. E il presidente pensa di evacuare la capitale per siccità

C’è un nuovo allarme a Teheran, ma stavolta non si tratta di un conflitto con Israele o con gli Stati Uniti: il nemico odierno è la siccità. La capitale iraniana rischia di rimanere all’asciutto: se non pioverà entro la fine dell’anno, come ha dichiarato venerdì il presidente iraniano Massoud Pezeshkian in un discorso televisivo alla nazione, questa metropoli di dieci milioni di abitanti potrebbe addirittura dover essere evacuata a causa della carenza di acqua.
Nel 2025 l’Iran sta affrontando la peggiore siccità degli ultimi decenni. A Teheran, in particolare, il basso livello delle precipitazioni è “praticamente senza precedenti da un secolo”, aveva affermato in ottobre un funzionario locale. “Se non pioverà presto, dovremo iniziare a razionare l’acqua a Teheran tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre”, ha detto il presidente nel discorso trasmesso dalla televisione di Stato. “E anche se razioneremo, se da qui ad allora non ci sarà pioggia a sufficienza, finiremo le risorse idriche e dovremo evacuare Teheran”, ha ammonito, senza specificare come verrebbe evacuata una città con una popolazione così grande. Né dove andrebbe la popolazione, visto che l’acqua scarseggia anche nel resto del Paese.
Il pericolo è serio. Stamani Bezhad Parsa, direttore della compagnia idrica della capitale, ha reso noto che Teheran rischia di rimanere senza acqua potabile entro due settimane. La diga Amir Kabir, una delle cinque che riforniscono la capitale di acqua potabile, contiene “soltanto 14 milioni di metri cubi d’acqua, pari all’8 per cento della sua capacità”, ha indicato.
Nei giorni precedenti, le autorità hanno fatto sapere che negli ultimi sei mesi, per fare fronte alla siccità, gli abitanti hanno ridotto il consumo di acqua del 10 per cento. Ma non basta. “Se raggiungiamo una riduzione del 20 per cento, riusciremo a mantenere una situazione stabile per un mese o due, fino all’arrivo delle piogge”, commentano gli esperti. Altrimenti dai rubinetti non uscirà più nemmeno una goccia d’acqua. Teheran ha un clima secco e caldo in estate, autunni a volte piovosi e inverni che possono essere rigidi e nevosi. Per motivi di risparmio, negli ultimi tempi l’acqua è stata tagliata a più riprese in vari quartieri della città. In estate le interruzioni erano state ancora più frequenti. In luglio e in agosto, a Teheran sono stati perfino istituiti due giorni festivi in più nella speranza che, durante un’ondata di caldo, servisse a diminuire il consumo di acqua e di energia. Ma nemmeno questo ha risolto il problema.
Quest’anno in Iran il tasso di precipitazioni è sceso a 152 millimetri, ovvero il 40 per cento in meno rispetto alla media degli ultimi 57 anni. In alcune province, il tasso di precipitazioni è subito un calo dal 50 all’80 per cento. Per Mohammad Reza Kavianpour, capo dell’Istituto di ricerca sull’acqua di Teheran, “l’Iran deve prepararsi a una situazione critica”. Le alte temperature e la scarsità di pioggia vengono considerate due fenomeni estremi, l’ennesima conseguenza del cambiamento climatico.