la Repubblica, 9 novembre 2025
Medico generico circoncide oltre 40 bimbi a Trento, arrestato
Un ambulatorio anonimo, con strumentazione più che basica e un lettino pediatrico dotato di cinghie per tenere fermi i piccoli pazienti. Nascosto in bella vista tra i palazzi di Trento c’era un centro, noto anche fuori regione, dove regolarmente decine di bambini venivano circoncisi. I carabinieri dei Nas hanno accertato almeno quaranta interventi dal 2022, uno ha rischiato di avere esito fatale e anche di questo dovrà rispondere un medico, da ieri ai domiciliari su richiesta della procura di Trento e per ordine del giudice.
A far partire le indagini sono state le segnalazioni di alcuni pediatri, che visitando i loro piccoli pazienti, hanno capito che erano stati sottoposti all’operazione. E non sempre era stata eseguita a regola d’arte. Sotto i ferri sono finiti poco più che neonati e bambini fino a otto anni e proprio per uno dei più grandi l’intervento ha rischiato di essere fatale.
Per sedarlo, il medico gli ha somministrato una dose eccessiva di benzodiazepine, che ha reso necessario l’immediato trasferimento in ospedale. Per gli investigatori, a cui subito dal pronto soccorso hanno segnalato il caso, è stato un campanello d’allarme e un motivo in più per chiudere in fretta un’indagine già da tempo avviata e che ha potuto contare anche sulla collaborazione dei genitori, per lo più di origine straniera.
Nessuno fra loro immaginava che la pratica fosse illegale in regime ambulatoriale, anche sul suo biglietto da visita il dottore si presentava come “esperto” in materia. Alcuni però, spaventati dallo studio più che spartano e tutt’altro che sterile hanno preferito rinunciare a far operare il figlio. Soprattutto per i più grandi, spesso si trasformava in una pratica cruenta: i bambini venivano sedati senza che ci fosse un anestesista in sala, poi legati al letto, mentre il dottore operava senza alcuna assistenza, se non quella del figlio, privo di qualsiasi conoscenza medica o infermieristica certificata.
Non è la prima volta che i Nas scovano un centro di questo genere. Per motivi culturali, religiosi o igienici tra i 4mila e i 5mila bambini ogni anno in Italia vengono circoncisi, ma almeno il 35 per cento di loro finisce per essere operato in ambulatori non autorizzati, o peggio in casa. E in passato – l’ultima volta è successo nel 2023 in provincia di Roma – l’intervento a volte si è concluso con la morte dei piccoli pazienti.
La pratica in sé è del tutto legale, ma deve essere eseguita in ambiente ospedaliero perché la sedazione, soprattutto di pazienti pediatrici, impone cautele. Quella eseguita per ragioni sanitarie, è coperta dal Servizio sanitario nazionale, ma la circoncisione rituale o culturale – precetto nell’ebraismo e nell’Islam, diffusa fra i cristiani copti, come in alcune tradizioni africane – è quasi ovunque a carico del paziente, con costi spesso proibitivi. Alcune regioni sono corse ai ripari o lo stanno facendo – in Lazio, Marche e Friuli Venezia Giulia basta pagare il ticket – ma da tempo, l’Ordine dei medici chiede che venga inserita fra i Lea, le prestazioni e i servizi che la sanità pubblica deve fornire a tutti i cittadini. Un appello al momento rimasto lettera morta.