Corriere della Sera, 9 novembre 2025
I tagli sul cinema, Favino attacca Giuli: vogliamo il dialogo, così è un monologo
«Sia al Festival di Cannes sia a quello di Venezia mi sono speso per costruire ponti, con la fiducia nel fatto che questi ponti si sarebbero potuti costruire. Ma i ponti si costruiscono nel momento in cui le persone che li costruiscono si mettono intorno a un tavolo e decidono come farlo. È da molto tempo che chiediamo di sederci a quel tavolo, ma a quel tavolo non ci vogliono vedere seduti con loro per cui a questo punto non è un dialogo ma un monologo...». Anche Pierfrancesco Favino unisce la sua voce alle proteste di tutto il settore, contro il taglio dei fondi per il cinema previsti nella legge di Bilancio 2026, nell’articolo 110, dedicato al cinema e all’audiovisivo. L’attore è intervenuto da Torino, in occasione della presentazione, alle Apt Finals, del film Il maestro di cui è protagonista. E la polemica non accenna a placarsi, con un nuovo allarme lanciato a Roma, agli stati generali dello spettacolo, in programma all’Officina delle arti Pasolini, dopo l’annuncio del ministro Alessandro Giuli di un decreto interministeriale per reindirizzare la quota di 100 milioni di euro provenienti da «somme inutilizzate dal 2022» per compensare i tagli, di non toccare quei fondi. Non di un tesoretto inutilizzato si tratta, infatti, bensì di contributi automatici pregressi attesi da tempo. Le diverse associazioni, dagli attori di Unita, ai produttori e distributori di Anica, Apa, Cna e audiovisivo insistono, «sono a rischio 75 mila posti di lavoro». «Abbiamo bisogno di regole chiare e di istituzioni che facciano il tifo e che si impegnino e che difendano l’arte e gli artisti italiani», ha sottolineato Fabrizio Gifuni, uno dei volti di Unita. E Alessandro Usai, presidente Anica, rilancia sulla necessità del ripristino dei contributi automatici. «È per noi imprescindibile, e una sua eventuale violazione sarebbe molto grave».