Corriere della Sera, 8 novembre 2025
Quella paura dell’urologo. Mai visto da 6 maschi su 10
È choccante, la candid camera mostrata in apertura del talk: un vigile ferma le auto. «Patente, libretto, bollo...». Poi la domanda, brutale: «E la prostata? L’ha controllata?». L’automobilista sbianca, deglutisce, è in imbarazzo. Ammette: «No...». Oppure: «Ma perché, dovevo?». O anche: «Cos’è la prostata?».
A Il Tempo della Salute – l’iniziativa di Corriere Salute in chiusura domani al Palazzo dei Giureconsulti, a Milano – questo filmato, realizzato dalla Fondazione Veronesi, introduce il convegno dall’eloquente titolo: «Sveglia, ragazzi! È l’ora dei controlli». Sul palco Donatella Barus, direttrice del magazine della stessa Fondazione, presenta i risultati di una ricerca, in linea con il senso del video: in Italia il 65 % dei maschi non si è mai fatto visitare da un urologo o da un andrologo. Uno su tre non ha mai fatto prevenzione. Quattro su sei non hanno alcuna idea di cosa sia la prostata, la ghiandola del sistema riproduttivo maschile la cui funzione principale è quella di produrre parte del liquido seminale.
L’ex calciatore Lele Adani, oggi talent del pallone e commentatore tv, è sul palco come testimonial. Ammette: «Nella mia prima vita di sportivo sono stato controllato 7 giorni su 7, ciò mi ha poi reso superficiale, sono stato un maschio indisciplinato, mai fatto visite e direi a lungo». Il ritorno dall’urologo è stato nel maggio scorso, «anche grazie alla mia compagna. Purtroppo l’uomo fatica più della donna in certi passaggi, lei è più predisposta al dialogo. Noi siamo pigri...». Ed ecco l’allarme: gli uomini si rivolgono al medico «troppo tardi, quando la malattia – puntualizza Nicola Macchione, dirigente urologo al San Paolo di Milano – è già in stadio avanzato, le terapie più complicate e le possibilità di guarire ormai sfumate». Poi i numeri: «un ragazzo su quattro, tra i 15 e i 25 anni, soffre di varicocele», dilatazione anomala delle vene del testicolo. Senza contare «il tumore alla prostata di cui si ammalano 40.000 italiani all’anno».
Ieri si è parlato anche di obesità, malattia cronica direttamente collegata a diabete, malattie cardiovascolari e respiratorie, tumori. Investe il 10 % della popolazione, bimbi compresi. Tanti falsi miti la riguardano. Proprio per combatterli, è stato presentato il glossario Non c’è forma più corretta, per aiutare chi vive l’obesità a non essere vittima dei pregiudizi. Tra le parole da cancellare, in primis c’è «ciccione»: «ferisce nel profondo, fa molto male» ha detto Iris Zani, presidente dell’Associazione Amici Obesi.
Infine la speranza. Paolo Baldassini e Andrea Scotti hanno raccontato come la paralisi, da condanna definitiva, sia diventata per loro un punto di partenza. Il neurostimolatore midollare impiantato al San Raffaele restituisce, sia pure con fatica, movimento e sogno: Paolo vuol tornare in moto, Andrea s’immagina tedoforo alle Paralimpiadi.