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 2025  novembre 07 Venerdì calendario

Vannacci perde pezzi al Nord, la “bersagliera” Bardelli lo scarica: “Che delusione il generale”

Questa è la storia di un amore – politico s’intende – finito male. E forse, vista l’arrendevolezza del fu generale, di un progetto politico in fase di dismissione, vittima di tutte le proprie ambiguità. Quindi eccola qui Stefania Bardelli, soprannominata “la bersagliera”, alfiera del vannaccismo a Varese, città piccola capitale del leghismo di una volta, che molla il vicesegretario della Lega assieme al suo team da 105 iscritti: “Pensavo volesse raddrizzare il mondo al contrario, invece mi sa che gli è piaciuto...”, dice. E pensare che lo scorso settembre a Pontida lei c’era, assieme ai suoi, e parevano pure entusiasti di questa fusione a freddo.
Bisogna fare qualche passo indietro però, perché la vicenda si inserisce nel cattivo sangue che corre tra i leghisti e i nuovi arrivati sotto il segno del militare in pensione, oggi eurodeputato. Specialmente a Varese, oggi amministrata dal centrosinistra, ma pur sempre il territorio di pezzi da novanta del partito come Attilio Fontana, Giancarlo Giorgetti e Stefano Candiani. L’attivismo del team dedicato al bersagliere varesino Angelo Vidoletti, fondato dopo l’arrivo di Vannacci ad aprile per presentare il suo libro (“c’erano 300 persone e tanti sono rimasti fuori”, ricorda Bardelli), stava cominciando a dare fastidio.
Gazebo in piazza senza simboli della Lega, cene, riunioni, proposte di incontri nelle scuole, retorica di destra più spinta di quella salviniana, ampio attivismo social con pagina da 27 mila follower (la Lega locale ne ha 5 mila) e soprattutto, ecco il fattaccio, un nuovo invito a Vannacci per l’autunno. Lui dice sì ma poi arriva la chiamata del segretario provinciale Andrea Cassani, sindaco di Gallarate. “Mi dice: “Se la sera volete farvi una bicchierata con lui, aperta anche ai nostri militanti va bene. Ma l’organizzazione dell’evento è del partito, perché Vannacci è un iscritto al partito”. Per presentare un libro bisogna chiedere il permesso alla Lega, le pare?”, racconta “la bersagliera”. Il problema è che Vannacci ha deciso di lavarsene le mani, e quindi la serata è saltata.
Risultato finale: la “secessione” indignata del team, con lettera recapitata ieri sera all’associazione Mondo al contrario. «Vannacci alla fine si è sistemato, come fai a cambiare qualcosa stando in un partito vecchio di 30 anni? La sua popolarità era figlia del parlare chiaro, invece ora sta con un piede in due scarpe. Magari alla fine voleva solo farsi candidare da qualcuno. Peccato, tanti pensavano fosse coerente», continua Bardelli. Adesso quindi il team diventa un circolo politico-culturale autonomo e dentro ci sono anche diversi ex militanti leghisti. L’idea è guardare al voto del 2027 proprio a Varese, correndo fuori dagli schemi e dando fastidio proprio al centrodestra a trazione leghista. Tanto per cominciare, una delegazione andrà al congresso fondativo di Patto per il nord, il prossimo fine settimana; poi è cominciato un dialogo con Marco Rizzo, l’ex comunista ora convertito al sovranismo. Dal direttivo nazionale del Mondo al contrario sono andati via in sette su 34, in questi giorni. Lo diceva Pietro Nenni: a fare a gara a fare i puri, troverai sempre uno più puro che ti epura. Ora sta toccando a Vannacci.