repubblica.it, 7 novembre 2025
Parigi, attivisti fermano il concerto dell’Orchestra Filarmonica d’Israele: scontri con il pubblico
Tre donne e un uomo sono stati fermati durante le proteste che hanno interrotto il concerto dell’Orchestra filarmonica d’Israele alla Philarmonie di Parigi. “Pochi minuti dopo l’inizio del concerto c’è stato un primo incidente” ha raccontato Yonathan Arfi, presidente del Crif (Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche di Francia), presente al concerto.
“Una donna ha gridato per interrompere l’esibizione e ha lanciato dei volantini. Poco dopo è stato acceso un fumogeno e si è resa necessaria un’evacuazione piuttosto energica”, ha aggiunto. Arfi ha voluto sottolineare “la reazione del pubblico, che ha applaudito i musicisti e ha favorito l’allontanamento degli agitatori”, prima che un terzo episodio si verificasse qualche minuto più tardi, con un nuovo fumogeno acceso nella sala.
L’ambasciatore di Israele in Francia, Joshua Zarka, deplorando le contestazioni, ha sottolineato la reazione del pubblico. ’’È la dimostrazione che i francesi ne hanno abbastanza, perché non appena quei mascalzoni hanno tirato fuori i fumogeni, il pubblico ha reagito’’ ha notato Zarka, anche lui presente al concerto. Il diplomatico ha spiegato che la reazione non è stata solo di spettatori di origine ebrea ma del pubblico in generale. “La gente ne ha abbastanza di manifestazioni artefatte, rivendicazioni di un gruppo politico che non crede a niente fatta eccezione per la propria vita politica”. Un riferimento, in particolare, alla France Insoumise, la sinistra radicale di Jean-Luc Mélenchon.
Il ministro francese dell’Interno, Laurent Nuñez, ha spiegato che la polizia ha contenuto diversi manifestanti anche all’esterno e ribadito che “nulla può giustificare” scontri e violenze per esprimere dissenso. Il concerto dell’Orchestra filarmonica di Israele era annunciato da tempo, suscitando polemiche tra gli organizzatori. Uno dei sindacato dei dipendenti della Philarmonie aveva chiesto alla direzione di “ricordare al pubblico le gravissime accuse che pesano sui dirigenti di quel Paese e la natura dei crimini commessi a Gaza”.
La direzione della Philharmonie aveva deciso di mantenere comunque l’invito ai musicisti. “La Philharmonie ha accolto e accoglierà ancora artisti sia israeliani sia palestinesi. Non chiediamo mai agli artisti di prendere posizione sui conflitti in corso” aveva dichiarato l’istituzione, ricordando che gli artisti “non possono essere ritenuti responsabili delle azioni del loro governo per semplice associazione”.