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 2025  novembre 07 Venerdì calendario

Divieto di sorpasso per i Tir in A1, la rivolta dei camionisti: «Stop o blocco dell’autostrada»

Tutti in fila, ma il malumore cresce. Al quinto giorno del divieto di sorpasso dei Tir nel tratto di A1 fra Chiusi e Incisa sono gli autotrasportatori i soli che ancora si lamentano: i camion in coda lungo la corsia di marcia, le auto che sfilano via veloci, a un ritmo che gli automobilisti non ricordavano più: nemmeno un’ora per andare da Arezzo a Incisa e ritorno. Più o meno quanto ci vuole a sud, da Arezzo a Chiusi. Una rapidità che non si vedeva da anni.
Loro, però, i camionisti, non ci stanno a pagare il prezzo della sperimentazione in corso da lunedì e destinata a durare almeno sei mesi. Le proteste che erano già arrivate dalle associazioni di categoria locali, Confartigianato e Cna, oltre a Confindustria Toscana sud, si sono cristallizzate ieri in un duro comunicato della Federazione autotrasportatori italiani, la più importante organizzazione imprenditoriale del settore, con 9 mila associati e 70 mila Tir.
La richiesta al ministero delle infrastrutture è perentoria: stop immediato al provvedimento, sospensione delle multe (non molte a dire il vero) fatte dalla Polstrada di Arezzo, competente sull’intero tratto. «Non si è mai visto – spiega il presidente Paolo Uggè – che una misura ancora sperimentale sia già oggetto di sanzioni».
E non basta, perché il quadro tracciato dalla Fai è fosco: ritardi nelle consegne, code chilometriche, difficoltà nel rispetto dei tempi di guida e di riposo, tanti autisti che scelgono l’alternativa della E45 Orte-Ravenna, a dire il vero già congestionata di suo nel tratto aretino, quasi tutti appenninico. È uno scenario che si è verificato nel primo giorno del divieto, un lunedì nero, ma da allora è filato tutto liscio. 
Anche perché, spiegano gli esperti, gli ingorghi esasperanti, del primo giorno erano dovuti non tanto al divieto quando a un incidente mattutino che poi si è ripercosso a fisarmonica sul pezzo di A1 fra Incisa e Chiusi, agli ultimi viaggiatori del Ponte di Ognissanti e al traffico commerciale eccezionale, coi Tir che tornavano in A1 dopo tre giorni di stop.
Ma già dal martedì la circolazione è ripresa più fluida del solito, per quanto si può parlare di fluidità in un tratto perennemente congestionato (fino a 80 mila veicoli giornalieri). E anche ieri mattina il traffico era normale, liscio come difficilmente succedeva prima del divieto, con i Tir che si sorpassavano fra loro ostacolando le auto, premessa degli incidenti più gravi, come la tragedia del 4 agosto (i due volontari e il paziente morti nell’ambulanza schiacciata da un camion). Ora invece la colonna dei Tir viaggia abbastanza disciplinatamente in corsia di marcia, lasciando libera l’altra alle auto.
Pochi i trasgressori: in 90 chilometri due soli i camion sorpresi a sorpassare. La Fai tuttavia, chiedendo la convocazione di un tavolo nazionale, parla di forte malcontento dei camionisti, che minaccerebbero forme di protesta selvaggia (blocchi stradali o Tir a passo d’uomo). L’intenzione comunque è quella di aspettare ancora prima di contestare: la sperimentazione per ora va, anche se la vera verifica sarà il traffico di Natale. 
Certo, il divieto è una misura tampone, la vera soluzione sarebbe la terza corsia, reclamata anche da Confindustria, in corso di realizzazione da Firenze a Incisa, progettata da lì a Valdarno e ancora un pio desiderio dal Valdarno a Orte. Ma per quella ci vorranno anni, molti anni. E intanto?